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RADICE DEL MALE (LA) - recensione

Titolo: RADICE DEL MALE (LA)
Titolo originale: Radice Del Male (La)
Regia: Silvana Zancolò
Interpreti: Luca Elmi, Zora Kerova, Lionello Gennero, Petra Keslerova, Giancarlo Previati, Peter Shepherd
Anno: 2006

LA RADICE DEL MALE (distribuito direttamente in dvd) è per certi versi uno dei migliori low budget usciti dall'undergorund italiano di inizio Terzo Millennio.

 

La giovane regista torinese Silvana Zancolò, qui al suo primo lungometraggio, va oltre le normali aspettative. Se per il tasso di emoglobina non ci si può affatto lamentare, a sorprendere è soprattutto la disinvoltura con cui affronta alcune convenzioni di “genere”. Infatti, evitando le timide scorciatoie del più recente horror digitale, riesce a ricreare diversi momenti che non possono non far tornare alla mente l'horror gotico italiano di un tempo. E in generale anche il recente horror europeo. Specie nella fotografia.

 

Andrea è una pittrice che ha perso la memoria in seguito ad un incidente. Il suo volto per metà è rimasto sfigurato. Dopo la convalescenza in ospedale, con il marito Valerio si è ritirata nella villa di campagna ereditata da uno zio.  Lì, però, nel tentativo di ricostruire il suo passato, inizia ad interessarsi agli studi del suo defunto parente.

 

Tutto comincia con il ritrovamento di un quaderno di appunti. Sulle pagine del manoscritto spera di trovare una risposta per combattere i continui incubi notturni.  Sono schizzi, indicazioni, formule e descrizioni riguardanti la coltivazione delle piante psicoattive. Dopo un'attenta lettura passa direttamente alla sperimentazione su sé stessa.  E all'inizio le cose non vanno male. I dolori sembrano svanire. Momenti e frammenti di una scienza inesatta però presto, infatti, il male comincia a divorare il suo animo spingendola oltre i confini della mente umana e lei non potrà più nulla per fermarlo. Neanche con i ricordi.

 

Protagonista indiscussa è Zora Kerowa (Andrea), una delle principali icone dell'horror italiano degli anni Ottanta (Antropophagus, Cannibal Ferox, Lo Squartatore Di New York ecc. ), che dopo anni di silenzio torna a recitare proprio nel genere a lei più caro. I discreti effetti allucinogeni sono stati realizzati dalla Ubik, che nel 2004 ha vinto il David di Donatello per i migliori effetti visivi con Cantando Dietro I Paraventi di Ermanno Olmi.

 

Sia chiaro, i limiti della povertà di mezzi ci sono tutti, ma in ogni caso non è certo un film da buttare.



scritto da: Giacomo Ioannisci


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