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UBALDO TERZANI HORROR SHOW - recensione

Titolo: UBALDO TERZANI HORROR SHOW
Titolo originale: Ubaldo Terzani Horror Show
Regia: Gabriele Albanesi
Interpreti: Giuseppe Soleri, Paolo Sassanelli, Laura Gigante, Antonino Iuorio, Ripli Zsuzsanna, Francesco Mastrorilli
Anno: 2011

Pessimo, ancor più che mediocre!

 

Possiamo sorvolare sul fatto che il giovane autore venga da un film disastroso, Il Bosco Fuori, chissà per quale assurdo motivo beatificato da una fama gloriosa quando il posto era il trogolo dei maiali di Hannibal.  Possiamo sorvolare anche sul fatto che, o sei un genio o sei uno sconsiderato a fare il bilancio della tua carriera a poco più di trent'anni.

Ma davvero non possiamo sorvolare sul fatto che UBALDO TERZANI HORROR SHOW (già Nelle Fauci Di Ubaldo Terzani) è l'antitesi di cosa dovrebbe essere un buon horror. Il film ricorda per costruzione l'ultimo volo di un falco morente, con grandi giri su sé stesso prima di cadere esanime a terra.

Ecco, UBALDO TERZANI racconta il nulla e se ne inorgoglisce, lo gonfia di scene senza senso, di attori che quando non recitano malissimo sgranano gli occhi per essere carismatici. Cita con scelleratazza il peggior Fulci (Un Gatto Nel Cervello), dimenticandosi che Fulci, anche al minimo, era un grande modello: quindi via di citazioni superficiali, pessimo splatter, zoomate improvvise, al pari di uno studente svogliato che copia la poetica di un artista senza averci capito nulla.


Ci si dimentica che anche il metacinema deve essere supportato da una storia (Wes Craven in questo ha fatto scuola), così alla fine mettere in scena un assassino vestito come in Sei Donne Per l'assassino di Mario Bava o chiamare il proprio villain Ubaldo Terzani, ammiccando a uno storico operatore del nostro cinema bis, lascia il tempo che trova. 

 

E' un peccato perché il film non inizia male, non è girato in maniera indecente e in alcuni momenti ha la forza di scuotere con vigore. Siamo sicuramente ad un punto più alto rispetto a Il Bosco Fuori, ma sempre a livelli bassissimi di qualità cinematografica, non tanto per via di una tecnica traballante ma a causa di una presunzione fastidiosa, che si traduce nel tentativo di cercare di essere autoriali quando si hanno ancora i denti da latte.

 
A nulla alla fine vale quindi la citazione colta del Barbablù di Perrault se dietro la porta, quella dove albergano gli incubi, viene materializziato uno dei finali più scontati, urlati, demenziali che ci potevano essere. Questo Ubaldo Terzani, già dal titolo orribile, è assolutamente da sconsigliare. Il cinema purtroppo non sta qui.

Provaci un'altra volta Gabriele.



scritto da: Andrea Lanza


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