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CASA DEI MASSACRI (LA) - recensione

Titolo: CASA DEI MASSACRI (LA)
Titolo originale: Toolbox Murders
Regia: Tobe Hooper
Interpreti: Adam Bettis, Brent Roam, Marco Rodriguez, Rance Howard, Juliet Landau, Adam Gierasch, Greg Travis, Christina Venuti
Anno: 2004

In un crescendo di tensione e pugni nello stomaco, gli omaggi ai classici del genere si sprecano  (fra i più gettonati Rosemary's Baby e Halloween) e gli amanti delle truculenze più selvagge trovano pane per i loro denti.

 

Ha un bel dire Tobe Hooper che questo suo LA CASA DEI MASSACRI è l'unico vero remake di Non aprite quella porta; l'indimenticabile classico del 1974 ha ispirato un numero inprecisato di blood & gore negli ultimi trent'anni, per tacere del prequel. In effetti, anche stavolta a perpetrare massacri ritroviamo una sorta di faccia di Cuoio urbano, che si nasconde nei meandri di un fatiscente palazzone losangelino e colleziona cadaveri inseguendo un folle sogno d'immortalità.

Cruentissimo come non accadeva da tempo, questo slasher ha il proprio punto di forza nell'idea di mostrare il volto oscuro di Hollywood: l'edificio teatro dei massacri è abitato prevalentemente da aspiranti attori, e la misura del loro fallimento è data dalla possibilità che a nessuno freghi nulla della loro scomparsa.

Che si tratti delle assolate e polverose strade del Texas o dei piovosi vicoli metropolitani, L'Uomo Nero è in agguato e alla sua lama non si sfugge; e come in un qualsiasi slasher che si rispetti, il finale lascia seri dubbi sulla sua effettiva neutralizzazione (ipotesi di sequel?).

Presentato al Torino Film Festival nel 2004 (manifestazione rivelatasi vitale per gli appassionati di cinema del terrore, visto il successo tributato a iniziative come Masters Of Horror ) e accolto con favore dai fans, da noi non ha goduto di una grande distribuzione in sala.

Peccato.



scritto da: Corrado Artale


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