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ARANCIA MECCANICA - recensione

Titolo: ARANCIA MECCANICA
Titolo originale: Clockwork Orange (A)
Regia: Stanley Kubrick
Interpreti: Malcolm McDowell, Warren Clarke, James Marcus, Michael Tarn, Sheila Raynor, Miriam Karlin, Michael Gover
Anno: 1971

Alex (Malcolm Mc Dowell) è un giovane che passa il suo tempo a violentare e uccidere la gente, aiutato da altri ragazzi dei quali è il capobanda. Per caricare la sua aggressività, Alex beve latte mischiato a droghe e ascolta musica classica. Le cose cambiano quando viene catturato dalla Polizia e messo in prigione. Viene però offerta una possibilità al ragazzo: può ritornare in libertà solo se accetta di sottoporsi a un innovativo esperimento del governo dove, attraverso un macchinario, riceverà impulsi che gli impediranno di commettere altre azioni violente. 

 

Per Alex Inizia così un lungo calvario, dove la libertà si rivela l'Inferno in Terra perché, una volta uscito, dovrà fare i conti con le disastrose situazione da lui lasciate in sospeso, non essendo però in grado di affrontarle. Ma le cose sono destinate a mutare nuovamente.

 

Per molti è il capolavoro assoluto di Kubrick. Il film, attraverso un mix di violenza, orrore e commedia è uno spietato ritratto della società che, attraverso una facciata di perbenismo è assai più violenta degli assassini. Tutto è curato nei minimi dettagli: scenografie psichedeliche e coloratissime si fondono con brani di musica classica e fanno da cornice aI dialoghi che, nonostante la drammaticità degli eventi rappresentati non sono mai cupi. Il tono buffo e spensierato funziona da contrapposizione alle immagini che scorrono sulla pellicola, creando un effetto assai disturbante. Mc Dowell poi come protagonista è bellissimo, forse il personaggio di Kubrick meglio caratterizzato.

 

L'unico pezzo originale del film (cioè non di musica classica) è Timesteps, un potentissimo score elettronico realizzato con la tastiera che esalta gli orrori in cui Alex è immerso. ARANCIA MECCANICA ha subito diversi e feroci attacchi dalla censura, tanto che solo ultimamente il film è arrivato in tv (il divieto del film è stato abbassato ai 14 anni).
 

 

Dopo discussioni durate per anni, è finalmente chiaro e oggettivo che il film di Kubrick non è un incitamento alla violenza come qualcuno ha dichiarato con molta superficialità, ma una dura condanna a una società che crea la stessa violenza per poi punirla (e uscirne con le mani pulite). Un capolavoro assoluto e immortale, che dopo più di quarant'anni non ha perso nulla della sua incredibile carica.



scritto da: Federico Lazzeri


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