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OMEN (THE) - recensione

Titolo: OMEN (THE)
Titolo originale: Omen (The)
Regia: John Moore
Interpreti: Predrag Bjelac, Carlo Sabatini, Bohumil Svarc, Liev Schreiber, Giovanni Lombardo Radice, Baby Zikova, Baby Morvas
Anno: 2006

Terribile questa rivisitazione moderna de Il Presagio, classico horror di Richard Donner. Questo remake del 2006 fa paura ai polli, involgarisce il fascino del suo prototipo e regala ottimi spunti per i vari Scary Movie. Come si può prendere sul serio il faccino perennemente imbronciato della Stiles o la mono espressione in stile Chuck Norris di Liev Schreiber? Come si fa a non ridere ascoltando i dialoghi senza senso di cui il film è infarcito o vedendo il mascherone di lattice di Giovanni Lombardo Radice (sì proprio lui), che vorrebbe apparire sibillino e invece ricorda per assurdo i cattivi del serial Buffy?

 

Sono tanti i motivi per cui THE OMEN non funziona. Il problema maggiore è forse dato dalla scarsa padronanza del mezzo cinematografico, ma anche sugli altri fronti le cose non vanno certo meglio. Anche cercando di essere buoni, le cose da salvare sono poche.

 

Per esempio, possiamo dire che la scelta di Mia Farrow nei panni di una babysitter del demonio (i richiami a Rosemary's Baby sono evidenti) non è male e c'è anche una decapitazione che non svilisce quella di David Warner.  Non è sufficiente però qualche scena ben realizzata per salvare un film fallimentare sotto tutti gli altri punti di vista. Basta far caso, ad esempio, alla citazione del triciclo di Shining per rendersi conto del basso livello in cui ci troviamo.

THE OMEN è un film che può andar bene solo se preso per uno scherzo, talmente ingenuo da non riuscire nemmeno a valorizzare la visione di Roma, che appare totalmente anonima e stereotipata. Un vero peccato anche per Giovanni Lombardo Radice, un attore che ha interpretato mille film di genere importantissimi per l'horror italico, da Paura Nella Città Dei Morti Viventi a Cannibal Ferox. Vederlo partecipare a questo progetto mette una tristezza infinita...

 

Da dimenticare senza rimpianti.



scritto da: Andrea Lanza


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