
Titolo: H2ODIO
Titolo originale: Hate 2.0
Regia: Alex Infascelli
Interpreti: Chiara Conti, Carolina Crescentini, Olga Shuvalova, Mandala Tayde, Claire Falconer, Anapola Mushkadiz, Mauro Coluzzi
Anno: 2006
L'opera non è malvagia e avrebbe potuto godere tranquillamente del grande schermo, caratterizzata com'è da una regia brillante e da un nutrito e agguerrito cast di attrici. Ma come spesso capita ad Infascelli il suo talento visivo non è avvalorato da una sceneggiatura all'altezza. Il film di Alex Infascelli, esce direttamente in edicola saltando il passaggio dal cinema alla videoteca.
H2ODIO è citazionistico fino all’impossibile e non riesce a rendere omogeneo il materiale più disparato, spaziando da Romero ad Alice di Lewis Carrol. La visione del film è quasi ostica e la fusione tra realtà ed allucinazioni ricorda il certo non memorabile Hypnos. La scelta di un cast "all girl" è probabilmente derivata dal successo di The Descent, ma il paragone tra le due pellicole non esiste: tanto teso, disperato e ben scritto è il film di Marshall, quanto sfilacciato e confusionario è questo H2ODIO. Peccato perché, come detto poco sopra, a livello visivo il film è buono.
Come non apprezzare il bacio saffico tra la novella Alice e il suo doppelganger accompagnato da una pioggia di sangue? O i vari e inventivi omicidi (da applauso il labbro strappato con amore)?
Certo anche il film di Lamberto Bava The Torturer soffriva di un male simile, ma lì si aveva lo zero narrativo assoluto, il non sense quasi da hellzapopping horror e la storia nel bene o nel male filava veloce risultando quasi divertente.
Qui invece di temi ce ne sono fin troppi, dalla new age (chissà se Infascelli ha visto Tears Of Kali) alla psicoanalisi freudiana; ma tutto sembra buttato lì per stupire, niente convince, né la timida sterzata soprannaturale né la catarsi della mattanza baviana (tra l'altro i sacchi riempiti di cadaveri sembrano uscire da 5 Bambole Per La Luna D'Agosto) e alla fine il tutto assomiglia ad un pranzo luculliano che non è riuscito a sfamarti.
Simpatico il cammeo di Platinette (Mauro Coluzzi) in abiti maschili come psicologo della piccola protagonista e, come già detto, le performances delle attrici passano dall'ottimo al lodevole.
Ma questo forse accresce ancor di più l'insoddisfazione generale per H2ODIO, un castello magnifico costruito su fondamenta marce.
Certo che se si pensa che Infascelli è quello di Il Siero Della Vanità, il thriller più pretestuoso e mal riuscito di questi ultimi anni, non si può che sperare che il prossimo film sia il capolavoro della sua carriera, un film ottimo a vedersi, ma anche ben raccontato.
E con tanti ottimi sceneggiatori ancora in pista (Dardano Sacchetti tra tutti) ci si chiede il perché di simili prodotti che alla fin fine lasciano il tempo che trovano.