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VANGUARD (THE) - recensione

Titolo: VANGUARD (THE)
Titolo originale: Vanguard (The)
Regia: Matthew Hope
Interpreti: Ray Bullock jr., Emma Choy, Shiv Grewal, Steve Weston, Karen Admiraal, Jack Bailey
Anno: 2009

Con grande supponenza, un film che vorrebbe rileggere il cinema post-atomico zombesco in una chiave pseudo intellettuale. Il risultato è una serie di situazioni abbozzate e incollate alla meno peggio, sostenute solo da una bella fotografia e da suggestive musiche. L’inglese Matthew Hope tenta di aggiornare il genere, ma fallisce quasi del tutto il tiro.

 

In un futuro dominato da una potente corporazione, l’umanità si sta praticamente estinguendo. I militari sono ridotti a macchine, l'uso di droghe e gli omicidi aumentano in maniera esponenziale e, come se non bastasse, un'infezione da il via a un'invasione da parte di mostruose creature, esseri bestiali simili a zombi.

 

In questo scenario si muovono i pochi personaggi della vicenda: un militare ancora parzialmente umano, una scienziata in fuga, un uomo che ha perso la famiglia e, soprattutto, il figlio della donna che ha dato il via alla grave pandemia, alla quale sembra però essere immune...

 

Tanti scontri, alcune passeggiate e qualche fuga attraverso i boschi dell’Hertfordshire. Il tutto inframezzato da lunghi intervalli che forse vorrebbero essere pause di profonda riflessione. La storia strutturata senza alcuna coerenza, ma ha un epilogo interessante (anche se prevedibile).

 

Nel cast, la migliore del lotto è senz’altro Emma Choy (attrice vista in qualche produzione televisiva), seguita dal barbuto protagonista Ray Bullock junior. Gli altri non lasciano il segno. Hope si affida a una fotografia ricercata e a una sceneggiatura carica di argomentazioni, delle quali ben poche arrivano a uno sviluppo completo.

 

Nell’ottica generale vale la pena di sottolineare la bella fotografia di David Byrne e le sonorità di Mark Delany, che regalano gli aspetti migliori di un film volenteroso e con qualche idea, ma stroncato da un'evidente carenza di budget e da un eccesso di megalomania del suo regista /sceneggiatore /produttore.

 

Tutto sommato si può vedere, se non si hanno grandi pretese.



scritto da: Michael Wotruba


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