Titolo: JASON VA ALL'INFERNO
Titolo originale: Jason Goes To Hell: The Final Friday
Regia: Adam Marcus
Interpreti: Kane Hodder, Erin Gray, John D. LeMay, Steven Williams, Kari Keegan, Steven Culp, Rusty Schimmer
Anno: 1993
Jason è inarrestabile, ma i produttori di Hollywood lo sono ancora di più. E così, pur essendosi dissolto tra gli acidi fognari di New York, l’uomo dei boschi ritorna. E questa volta si scomoderanno perfino le forze dell’inferno per fermarlo!
Jason viene finalmente ucciso durante un’imboscata organizzata dalle forze speciali di polizia. Una volta portato in obitorio, il suo cadavere prende possesso del corpo e della mente del medico legale che sta praticando l’autopsia.
Da lì in poi comincia una serie di passaggi di corpo in corpo, mentre il numero dei cadaveri aumenta sempre di più. Lo scontro finale avviene fra lui e una sua nipote, unica persona al mondo in grado di porre fine materialmente alla sua esistenza. Come? Dandolo in affidamento a una schiera di demoni pronti a trascinarselo fino all’inferno. Finale ironico.
La trama demenziale mescola lo “slasher” a elementi presi da Il Demone Sotto La Pelle di Cronenberg, L'intenzione è quella di creare un b-movie grezzo e ironico (anche se il contesto è totalmente demenziale), lasciando perdere i criteri di sceneggiatura e la credibilità dei personaggi, ridotti a semplici macchiette ma più funzionali qua che nelle altre puntate.
Approfittando del valore dei tecnici della KNB EFX Group, Adam Marcus (qui all’esordio) punta praticamente tutto sulle truci scene “gore” e sospinge la pellicola a un folle ritmo, realizzando così un film piuttosto divertente, a patto di stare alle regole piuttosto trash imposte al gioco dagli autori (compreso il redivivo Sean Cunningham, qui produttore, che aveva dato il via al tutto).
Un cast funzionale, nel quale si ritrova con un certo piacere Erin Gray (protagonista della serie televisiva Buck Rogers, realizzata a cavallo tra gli anni’70 e ’80), che viene macellato da Kane Hodder che torna a vestire i panni di Jason dopo i capitoli 5 e 8.