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FORCED ENTRY - recensione

Titolo: FORCED ENTRY
Titolo originale: Forced Entry
Regia: Shaun Costello
Interpreti: Laura Canon, Harry Reems, Shaun Costello, Jutta David, Ruby Runhouse, Nina Fawcett
Anno: 1973

Malatissimo e disturbante film pornografico girato con un budget stimato intorno ai 5000 dollari. Anti-erotica e crudele presa di posizione contro gli orrori bellici (in questo caso il Vietnam) che anticipa di qualche anno il Taxi Driver di Scorsese e De Niro. Un’agghiacciante sorpresa, di certo non per tutti.

 

Reduce dalla guerra in Vietnam, un uomo lavora gestendo un distributore di benzina. Riesce a scoprire gli indirizzi di alcune donne che insegue, spia, stupra e, infine, uccide. Sconvolto dagli orrori di cui è stato testimone nel conflitto asiatico, i suoi atti sessuali sono una sorta di prolungamento dello stato di belligeranza, dal quale non sa più uscire.

 

Così, durante l’amplesso, le immagini della donna sottomessa e umiliata si sovrappongono a quelle delle vittime di guerra, in un crescente delirio che lo porta all’omicidio. Quando si troverà di fronte una coppia di ragazze bisessuali stordite dalla droga e incapaci di subire i suoi atti di violenza, non troverà di meglio da fare che suicidarsi.

 

La regia grezza (volontaria o involontaria che sia, bisogna ricordarsi che si tratta comunque di un film pornografico della primissima era) di Shaun Costello (un regista chiave del primo periodo dell’industria cinematografica a luci rosse, spesso autore di prodotti duri e estremi) riesce a rendere particolarmente sgradevole la visione di questa discesa all’inferno, in cui una telecamera a mano riprende in maniera opprimente le violenze carnali e psicologiche imposte dall’ottimo Harry Reems (attore leggendario del genere, protagonista l’anno precedente di Gola Profonda di Gerard Damiano) alle sue vittime.

 

Sovrapponendo abilmente atti sessuali a visioni da incubo provenienti da immagini di repertorio del Vietnam, la pellicola ottiene un effetto estraniante e tutt’altro che piacevole sullo spettatore. Affidandosi a un gruppo di discreti attori e ai non raffinatissimi ma efficaci trucchi dello stesso Costello e di Troy Roberts, FORCED ENTRY è un bizzarro esempio di porno-horror, più unico che raro nella sua perfetta riuscita, minata da una parte finale appesantita dalla presenza delle due figlie dei fiori, che stoppano (fortunatamente, in piccola parte) l’atmosfera malsana e la carica sovversiva di una pellicola coraggiosa, in grado di anticipare le tematiche del Taxi Driver sopracitato, con minore finezza ma con altrettanta feroce efficacia.



scritto da: Michael Wotruba


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