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DAGON / LA MUTAZIONE DEL MALE - recensione

Titolo: DAGON / LA MUTAZIONE DEL MALE
Titolo originale: Dagon
Regia: Stuart Gordon
Interpreti: Ezra Godden, Francisco Rabal, Raquel Merono, Macarena Gomez, Ferran Lahoz, Brendan Price
Anno: 2001

Gordon, Yuzna e Paoli ci riprovano con Lovecraft, ma i risultati, sebbene gradevoli e professionali, sono ben lontani dalla perfezione. E lo scrittore di Providence, con il suo universo terribile e allucinato, continua a rivelarsi una arma a doppio taglio per registi a produttori. Un peccato.

 

Quattro turisti americani approdano, durante una tempesta, in un porticciolo della Spagna. L’antico villaggio, popolato da misteriosi abitanti tutti più o meno deformi, si rivela una trappola mortale quando gli stranieri scoprono di essere delle vittime sacrificali, offerte dai locali al loro sanguinario dio marino Dagon. Con l’aiuto di un povero ubriacone (l' unico a non aver mai ceduto all’orribile culto) l’eroico protagonista tenterà di sfuggire a un destino che sembra già scritto.

 

Uno dei progetti più cari (e di difficile realizzazione) a Stuart Gordon vede finalmente la luce dopo la sua travagliata gestazione. I risultati sono però alquanto altalenanti già a partire dalla sceneggiatura di Dennis Paoli, che dopo un cumulo di luoghi comuni immette un bel colpo di coda finale che rovescia la prevedibilità dell’epilogo.

 

Gordon riesce a tratteggiare alcuni personaggi interessanti, abbozzando però senza troppa profondità quelli del protagonista e della sua bella. La fotografia di Carlos Suárez e le musiche di Carles Cases danno un forte risalto alla notevole “location” marinara, creando una forte e credibile atmosfera soprannaturale, anche se alcune sequenze risultano tirate via e decisamente improbabili e, pure gli effetti visivi, non sempre risultano all’altezza.

 

Le prove del cast sono manieristiche e non si elevano al di sopra della correttezza formale. In compenso dominano le figure del povero ubriacone Francisco Rabal e della sensualissima (e un po’ sopra le righe) Macarena Gómez, insieme alla minacciosa presenza di Fernan Lahoz.

 

Complessivamente è un film che si lascia vedere, ma non vale di certo i migliori titoli del regista di Chicago o le rarissime buone riduzioni dallo scrittore del New England.



scritto da: Michael Wotruba


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