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BATTLE ROYALE 2: REQUIEM - recensione

Titolo: BATTLE ROYALE 2: REQUIEM
Titolo originale: Batoru Rowaiaru II: Chinkonka
Regia: Kenta Fukasaku, Kinji Fukasaku
Interpreti: Tatsuya Fujiwara, Aki Maeda, Shugo Oshinari, Ayana Sakai, Haruka Suenaga
Anno: 2003

Sequel dell’ottimo Battle Royale. Gran ritmo, ma è spesso qualunquistico e banale nelle sue tesi. Finisce per regalare emozioni già viste, anche se rimane ampiamente vedibile.

 

Dopo un sanguinoso attentato, un altro gruppo di studenti viene rapito dalle autorità e deportato sull’isola. È proprio su questa che operano, celati in una base segreta, i terroristi guidati da un Nanahara (sopravvissuto nel precedente episodio) ben deciso a contrastare il governo che prosegue nella sua cinica condotta politica. La strage dei giovani avrà fine quando i due gruppi si uniranno in uno solo, dichiarando guerra a chi li ha condannati a subire una tale orribile lotta fratricida.

 

È un secondo capitolo a più ampio respiro (di conseguenza anche assai più dispersivo), che vive di una passione fortemente anti-americana e filo-terzomondista. Purtroppo Kenta e Kinji Fukasaku finiscono per mancare quasi del tutto l’obiettivo che il film si era prefisso. Un passo indietro rispetto al primo capitolo quindi, ma ha dalla sua un bel ritmo, scene d’azione spettacolari e diversi momenti riusciti, come il flash back con Takeshi Kitano.


Su tutti (in un cast comunque professionalmente validissimo)spicca Ai Maeda, ottima nella parte della figlia di Kitano in cerca di vendetta.



scritto da: Michael Wotruba


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