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PRIMO UOMO NELLO SPAZIO (IL) - recensione

Titolo: PRIMO UOMO NELLO SPAZIO (IL)
Titolo originale: First Man Into Space (The)
Regia: Robert Day
Interpreti: Marshall Thompson, Maria Landi, Bill Edwards, Robert Ayres, Bill Nagy, Roger Delgado
Anno: 1959

Low budget made in U.K. La trama ha una struttura classica, ma il film non è male per niente anche grazie a un make up povero ma bello! Consigliato a chi ama la fantascienza anni '50.

 

Il tenente Dan Prescott, durante un volo di prova a bordo dello sperimentale aviorazzo Y-13, disobbedisce agli ordini e attraversa la ionosfera, diventando così il primo uomo lanciato nello spazio. Al suo ritorno sulla Terra però, il coraggioso pilota non è più lo stesso. Un essere alieno si è impadronito di lui trasformandolo in un mostro assetato di sangue umano!

 

Commissionato dalla M.G.M al produttore John Croydon. Obbligatorio il low budget! Croydon accetta la sfida, trova appena centomila dollari e affida la regia a Robert Day. Il risultato va oltre le aspettative. Ok, è vero, la storia quasi ricalca quella di L’Astronave Atomica Del Dottor Quatermass, ma se l’originalità della trama latita, lo stesso non si può dire di ritmo e tensione.

 

L’assalto alla banca del sangue avviene fuori scena d’accordo, ma ciò che resta del laboratorio dopo il passaggio del mutante è d’impatto e funziona meglio di tante aggressioni di mostri viste in film ben più blasonati. Il make up del protagonista tra l’altro è essenziale ma efficace, nella sua semplicità riesce a essere inquietante e disgustoso allo stesso tempo.

 

L’occhio spalancato nel viso deturpato dalla misteriosa sostanza aliena dello sfortunato astronauta spicca come una luminosa richiesta di soccorso nella notte. Vedere per credere! Non male anche il monologo finale, non sarà Shakespeare, ma è comunque, per il cinema di fantascienza di quegli anni, tutt’altro che scontato. Film sottovalutato e misconosciuto, da recuperare.

 

Curiosità: il film, girato in Inghilterra, fu ambientato nel New Mexico. E fu proprio nel New Mexico che si tenne la prima. Il risultato fu disastroso, il pubblico si accorse immediatamente dell’inganno anche grazie alla perfetta pronuncia inglese degli attori e fischiò sonoramente l’intero cast.

 

Curiosità numero 2: nel doppiaggio italiano, la giovane dottoressa coprotagonista viene chiamata a volte Francesca e a volte Franca. Mistero.

 

Curiosità numero 3: Robert Day ha proseguito la sua carriera dedicandosi principalmente a dirigere serie per la tv, tra le quali spiccano Kojak e Sulle Strade Di San Francisco.



scritto da: Francesco Cortonesi


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