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LUPO MANNARO AMERICANO A PARIGI (UN) - recensione

Titolo: LUPO MANNARO AMERICANO A PARIGI (UN)
Titolo originale: American Werewolf In Paris (An)
Regia: Anthony Waller
Interpreti: Julie Delpy, Tom Everett Scott, Thierry Lermitte, Pierre Cosso, Vince Vieluf, Maria Machado
Anno: 1997

Un film che si perde dietro alla più sterile estetica, trascurando i dettagli del racconto e le atmosfere. Vacuo, noioso, vanitoso, becero, sciagurato seguito di Un Lupo Mannaro Americano A Londra di John Landis. Questa volta un giovane americano, scortato da alcuni suoi coetanei zotici come lui, giunge a Parigi e s’innamora di una ragazza che si rivela essere un licantropo. Verrà coinvolto suo malgrado in un’oscuro gioco di potere, ordito dal fratello di questa.

 

L’umorismo grezzo e volgare, insieme alla brutta recitazione (con l’eccezione fatta per la bella Julie Delpy) minano completamente un film che Weller riesce a governare malamente tra situazioni già viste, rischiando in più di un’occasione di naufragare. Del resto la cosa era prevedibile, vista la multi co-produzione che, già di per sé, non prometteva nulla di buono.

 

Tra le pochissime note positive (o non negative, se preferite) si segnala soprattutto la comparsata di David Friedman, produttore di Blood Feast, 1964 di Herschell Gordon Lewis. Decisamente evitabile. Un sequel/remake di cui nessuno sentiva la mancanza.



scritto da: Michael Wotruba


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