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PANDORUM - recensione

Titolo: PANDORUM
Titolo originale: Pandorum
Regia: Christian Alvart
Interpreti: Dennis Quaid, Ben Foster, Cam Gigandet, Antje Traue, Cung Le, Eddie Rouse
Anno: 2009

Produzione dell’inglese Paul Anderson con capitali tedeschi e americani che rivitalizza il thriller fantascientifico spaziale, facendo buon uso di una sceneggiatura insolitamente forte. Una piacevolissima sorpresa che, al solito, è giunta in grave ritardo sugli schermi cinematografici italiani.

 

Risvegliatosi dal sonno criogenico a bordo di un’astronave priva di equipaggio e con seri danni al reattore atomico, un membro della spedizione deve fare fronte alle sue falle mnemoniche. Durante il suo viaggio verso il cuore vitale del mezzo spaziale, incontra dei bizzarri membri dell’equipaggio e una serie di creature misteriose, dedite alla caccia agli umani. Un po’ alla volta le tessere del mosaico andranno al loro posto, tratteggiando un terribile destino incombente...

 

Il merito della riuscita del film va sicuramente all’intelligente sceneggiatura messa insieme dal regista Christian Alvart insieme a Travis Molloy, che smuove con intelligenza i veli che celano il mistero dell’astronave e dei suoi sopravvissuti. Certe tematiche sono note (vedi Event Horizon / Punto di non ritorno di Paul W. S. Anderson, che qui indossa le vesti di produttore), ma quasi mai in PANDORUM si scivola nel “già visto” e si riesce perfino a evitare che l’ottimistico finale possa scadere nella banalità e nell'effetto gratificante più becero.

 

Visivamente notevole, Alvart dona buon ritmo e grande tensione, aiutato dalla fotografia atmosferica e avvolgente di Wedigo Von Schulzendorff (Il Tredicesimo piano), con le funzionali musiche di Michl Britsch e, soprattutto, con le claustrofobiche scenografie messe in piedi da Richard Bridgland .Il cast è ottimo nel delineare i suoi peculiari personaggi, in special modo i due protagonisti maschili Dennis Quaid e Ben Foster, che offrono delle prove davvero convincenti.

 

Un buon thriller fantascientifico dunque, che non disdegna qualche particolare raccapricciante e che mette da parte inutili ironie o facili situazioni, concentrandosi invece sulla solidità di un impianto narrativo carico di mistero e tensione.



scritto da: Michael Wotruba


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