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EXTRASENSORIAL - recensione

Titolo: EXTRASENSORIAL
Titolo originale: Extrasensorial
Regia: Alberto De Martino
Interpreti: Michael Moriarty, Penelope Milford, Geraldine Fitzgerald, Cameron Mitchell, Sarah Langenfeld,Martha Smith
Anno: 1982

EXTRASENSORIAL è da consigliare solo a chi ha problemi d'insonnia. E' un brutto film del nostro Alberto De Martino, con pochissimi spunti interessanti, rimasto (del tutto comprensibilmente) in naftalina in Italia per oltre tre anni (uscita locale il 26 Luglio 1986).

 

Uno svogliato Michael Moriarty (attore feticcio del regista Larry Cohen) ha un doppio ruolo: interpreta infatti due gemelli in contatto telepatico, uno dei quali (ritenuto a torto morto in un incendio) sta dall’altra parte del globo a massacrare (si fa per dire, visto che non si vede nemmeno una goccia di sangue) donne anziane dai giovani appetiti sessuali. Deciso a porre fine ai problemi del fratello, l'altro abbandona la fidanzatina e parte alla volta della Germania, dove però viene scambiato per l’assassino da un ispettore di polizia.

 

Riconosciuto da un suo vecchio paziente (un pugile) e raggiunto dalla sua amata, la trama sembrerebbe complicarsi (facendo calare di brutto l'interesse), finché non viene messo in trappola il gemello cattivo. Finale imbarazzante per il livello d’idiozia.

 

De Martino (che quando vuole sa anche girare in modo apprezzabile, come testimonia il notevole Holocaust 2000) non riesce a dare alcun brio a uno script firmato dall’esule russo Theodore Apstein, che già di suo non brilla né per originalità, né tantomeno per scioltezza dello svolgimento. Penelope Milford (apparsa in Henry: Portrait Of A Serial Killer Part 2, 1998 di Chuck Parello), Sarah Langenfeld (poi sostanzialmente scomparsa) e Martha Smith (vista anche in alcuni episodi di Freddy’s Nightmares e Swamp Thing) fanno quel che possono per attirare un minimo l’attenzione dello spettatore, ma ingegnarsi per mostrare le tette è davvero troppo poco.

 

Così, EXTRASENSORIAL fallisce miseramente, senza che nessuno faccia caso alle timide, passabili musiche di Ennio Morricone o a un operatore del calibro di Romano Albani, che nemmeno nelle sue collaborazioni con la Empire Pictures di Charles Band era apparso tanto in disarmo.



scritto da: Michael Wotruba


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