
Titolo: OCCHI DI CRISTALLO
Titolo originale: Occhi Di Cristallo
Regia: Eros Puglielli
Interpreti: Luigi Lo Cascio, Tesislava Tenekekjeva, Simón Andreu , José Ángel Egido, Lucía Jiménez, Eusebio Poncela
Anno: 2004
Tardissimo giallo di Puglielli che unisce una buona tecnica a uno stile raffinato (anche se forse un po’ troppo calligrafico). Una vicenda complessa con personaggi di un certo spessore, suspense, sangue e mistero. Un’autentica sorpresa in un periodo di vacche (almeno italiane) al limite della morte per consunzione.
Rileggendo a suo modo i principi alchemici, un serial killer con la passione della tassidermia dà il via a un suo folle progetto che lo vede comporre un feticcio materno con parti anatomiche, prese da svariati corpi umani. Sulle sue tracce ci sono due poliziotti, uno dei quali giovane e dal passato segnato da un grave evento.
Notevolissimo giallo horror che Puglielli (Tutta La Conoscenza Del Mondo) indirizza con intelligenza verso l’introspezione, imprimendo un ritmo lento e a tratti trasognato a una vicenda complessa, trattata con accuratezza dal gruppo di sceneggiatori (fra i quali spicca l’illustre firma di Franco Ferrini).
Se è vero che la regia sembra a volte perdersi in uno schematismo eccessivo, le atmosfere tetre e malsane (abilmente sottolineate dalla fotografia di Luca Coassin e dalle scenografie di Antonello Rubino) fanno invece la loro bella figura, incorniciando una storia immersa in un ambiente urbano corrotto. I pochi esterni riguardano caseggiati circondati da cumuli di rifiuti e l'idea è quella di creare un "non luogo". Una sorta di locations unite insieme a mo' di puzzle prese da varie città (come ha fatto ad esempio Dario Argento con Profondo Rosso).
Il cast è ottimo e su tutti va segnalato il bravissimo Luigi Lo Cascio (da ammirare nel suo bel film d’esordio: I Cento Passi di Marco Tullio Giordana), che con intensità interpreta il disturbato ispettore Amaldi. Una menzione va anche a José Ángel Egido (Películas Para No Dormir: Regreso A Moira, di Mateo Gil) nel ruolo del suo collega. E' poi un gran piacere ritrovare anche il veterano Simón Andreu (dopo le sue prove con Luciano Ercoli nei primi anni ’70) in un ruolo triste e vissuto con grande sensibilità.
Anni luce lontano per pessimismo e intensità da gran parte dei gialli italiani (forse uno dei titoli più assimilabili a questo rimane La Corta Notte Delle Bambole Di Vetro di Aldo Lado), OCCHI DI CRISTALLO trascina di forza lo spettatore (anche grazie a diverse sequenze piuttosto forti), in una sorta di dimensione infernale, dove sotto la luce del sole si avverte il dominio di forze maligne che governano anche le povere esistenze umane. Il finale poi, ha un impatto emozionale più triste che catartico.
Anche se arrivato fuori tempo massimo, OCCHI DI CRISTALLO merita di sicuro una visione. un bell'esempio del genere che nessuno si aspettava.