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SATANAS DE TODOS LOS HORRORES - recensione

Titolo: SATANAS DE TODOS LOS HORRORES
Titolo originale: Satanas De Todos Los Horrores
Regia: Julian Soler
Interpreti: Enrique Lizalde, Enrique Rocha, Illya Schanell, Carlos Lopez Moctezuma, Jesus Gomez
Anno: 1974

Rilettura “made in Mexico” del celebre racconto di Edgar Allan Poe The Fall Of The House Of Usher (che ha avuto variegate trasposizioni: da Corman a Franco). Girato con quattro attori (più una breve apparizione di un cocchiere) in una singola location, è un film che malgrado la ristrettezza del budget, riesce a sorreggersi in qualche modo, grazie all’evidente impegno del personale coinvolto.

 

Quando il povero Roberto si reca alla proprietà dei Gerard per scoprire cose ne sia stato della sua fidanzata (Isabel Gerard), si ritrova coinvolto nelle atmosfere (de) cadenti della magione, mentre il fratello di lei, Eric, insieme al maggiordomo Manuel tentano di rendersi immortali, sacrificando la giovane sorella niente meno che a Satana. Il piano fallisce, ma anche l’idillio amoroso tra Roberto e Isabel è destinato a durare poco, poiché un terribile segreto emergerà in un finale fin troppo convulso.

 

Lontano anni luce dalla forza espressiva del capolavoro cormaniano, SATANAS DE TODOS LOS HORRORES conserva comunque un suo minimo fascino proprio nella ricostruzione gotica, anche se il regista Soler eccede in banalità e luoghi comuni. Gli interpreti (piuttosto legnosi) sono funzionali al loro ruolo, anche se la mollezza di Lizalde mal si aggrada alla figura dell’eroico protagonista.

 

Se consideriamo i suoi canoni produttivi, il film può essere considerato accettabile, anche se non è nulla di più che un mediocre drammone gotico a sfondo horror, nel quale la cosa più terribile sono senz’altro le musiche di Ernesto Cortázar. Scadente anche la sceneggiatura del produttore Alfredo Ruanova, che massacra i suoi pochi spunti interessanti sotto un flusso di situazioni incoerenti e infarcendo la vicenda di dialoghi a tratti decisamente imbarazzanti.



scritto da: Michael Wotruba


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