a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 123




WOLF CREEK - recensione

Titolo: WOLF CREEK
Titolo originale: Wolf Creek
Regia: Greg Mclean
Interpreti: John Jarratt, Cassandra Magrath, Kestie Morassi, Nathan Phillips, Gordon Poole, Guy O'Donnell, Phil Stevenson
Anno: 2005

Due ragazze inglesi e un surfista di Sidney organizzano una gita on the road nel deserto australiano per visitare il gigantesco cratere di Wolf Creek.

Il viaggio inizialmente sembra piacevole ma, giunti sul luogo, i nostri vengono pervasi da una strana atmosfera irreale. L'auto non riparte e ai tre non resterebbe altro che passare la notte nel nulla, se non giungesse in loro aiuto un pick up guidato da un ex cacciatore del posto. Fortuna? Non si direbbe proprio perché da quel momento per i tre ragazzi è l'inizio del peggiore degli incubi.

Tratto da una storia vera, o almeno così si dice, questo horror/thriller dai toni disturbanti e raccontato come una sorta di docu/fiction convince e lascia il segno, tra echi di Seven, Open Water e Picnic ad Hanging Rock il vero protagonista si rivela, però, lo splendido paesaggio australiano. Greg Mclean scrive, produce e dirige con mano sicura un horror ispirato alle truci gesta di Ivan Milat, serial killer di saccopelisti che a quanto pare terrorizzò l'Australia negli anni '90.


Il soggetto, del resto, non ha particolari variazioni rispetto ai classici canoni del serial killer movie; il valore aggiunto in questo caso è tutto dovuto alla location selvaggia e misteriosa dei paesaggi infiniti, delle immense autostrade e di luoghi magici come appunto il Wolf Creek.


Va quindi fatto un plauso al regista Mclean per aver sfruttato appieno, guadagnandone un'ottima fotografia, l'ambientazione locale, la quale, tra racconti di meteoriti, ufo e misteri stile X-files sembra portarci sempre più vicino alle atmosfere del capolavoro di Peter Weir senza dimenticare però una sorta di macabra ironia come l'esplicita citazione a Crocodile Dundee (Un coltello? Questo è un coltello!).

Lo sviluppo della trama vede i primi 50 minuti raccontati attraverso il viaggio dei tre protagonisti, tra splendide spiagge, tramonti mozzafiato, spinelli e piccole infatuazioni, ma la situazione gradualmente prende una piega sempre più nefasta a cominciare dalla sosta in un piccolo distributore dove i ragazzi hanno uno spiacevole incontro con la popolazione locale. Arrivati a Wolf Creek poi, tutto assume un aspetto differente e l'ultima mezz'ora vede l'esplosione della violenza più brutale.


Attenzione però, perché la violenza è quasi sempre sottintesa e il film non scade mai nello splatter puro. Solo ansia e paura che trovano il suo apice nella brutta (ma veramente brutta!) fine che farà una delle due ragazze.  Il risultato, nel complesso è crudo e realistico, ben realizzato e recitato, soprattutto dal bravo John Jarrat che traccia un ritratto del serial killer che uccide senza motivi apparenti, del tutto privo di tic psicotici ma che anzi, risulta all'inizio persino simpatico, prima di virare verso la crudeltà più gratuita per poi approdare all'apoteosi della sua passione omicida.

 

A conti fatti è un film da vedere!

 



scritto da: Alberto Genovese


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