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NAVE MALEDETTA (LA) - recensione

Titolo: NAVE MALEDETTA (LA)
Titolo originale: Buque Maldito (El)
Regia: Amando De Ossorio
Interpreti: Maria Perschy, Jack Taylor, Barbara Rey, Carlos Lemos, Manuel de Blas, Blanca Estrada
Anno: 1974

Terzo capitolo della saga dei “resuscitati ciechi”. De Ossorio prova a sorprendere modificando l’ambientazione, ma la noia finisce per regnare sovrana. Certo, qualche scena interessante c’è, ma per godersela ci vuole di mettersi gli stecchini negli occhi…

 

L’apparizione di un misterioso galeone coincide con la scomparsa di due modelle, impegnate a girare uno spot pubblicitario su un motoscafo. I produttori e un'amica delle due ragazze decidono di mettersi sulle tracce delle signorine svanite nel nulla, nella speranza di evitare uno scandalo che affonderebbe l’immagine del prodotto nel mercato. Non manca di unirsi alla spedizione un esperto di antichi vascelli fantasma, intenzionato ad approfondire la questione. Morale della favola: il galeone si rivela tutt’altro che una leggenda da marinai e quando il gruppo sale a bordo per recuperare le innocenti figliole l’orrore si manifesta…

 

Noioso. E mica poco. Peccato, perché tutto sommato i Templari ciechi non sono orribili e qualche sequenza funziona davvero. Il problema è che la storia è veramente troppo idiota per coinvolgere. I protagonisti poi sembrano caricature, non ne fanno una giusta e farneticano senza sosta. Se poi si aggiunge che il ritmo pare pensato da un bradipo stanco, ecco che LA NAVE MALEDETTA diventa un film da vedere solo per completezza della saga ideata da De Ossorio.

 

Non è escluso che Carpenter abbia preso qualche spunto da qui per il suo Fog, ma anche se fosse di certo non basterebbe per rendere entusiasmante la visione. Nota positiva per gli eroici disposti alla visione: il finale non è malaccio. Ha un suo perché!

Curiosità: Amando De Ossorio ha lasciato la nostra dimensione il 13 gennaio del 2001. Aveva 83 anni. Ha cominciato la sua carriera facendo documentari industriali. Il suo nome completo è Amando De Ossorio Rodriguez.



scritto da: Francesco Cortonesi


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