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M / IL MOSTRO DI DUSSELDORF - recensione

Titolo: M / IL MOSTRO DI DUSSELDORF
Titolo originale: M.
Regia: Fritz Lang
Interpreti: Peter Lorre, Ellen Widmann, Inge Landgut, Otto Wernicke, Theodor Loos, Gustaf Gründgens, Friedrich Gnaß
Anno: 1931

Considerato il primo film basato sulla vera storia di un serial killer, girato nel 1931 da Lang. Monumentale. Ispirato agli agghiaccianti delitti di Peter Kurten che, preda della sua follia, insanguinò Dusseldorf tre il 1925 e il 1930.

 

E’ un freddo pomeriggio qualsiasi nella città tedesca, quando una bambina scompare e viene ritrovata poco dopo barbaramente massacrata. Nei giorni a seguire gli omicidi si susseguono e in breve il terrore stringe in una morsa di ghiaccio tutti i cittadini. La polizia scatena la caccia e cerca, tramite una smisurata serie di interrogatori, di individuare l’assassino, ma purtroppo commette molti errori e il mostro riesce a farla franca. Sulle tracce di questo inafferrabile criminale ci si mette allora anche la malavita, che riesce nell’intento e processa il pericoloso squilibrato a modo suo.

 

Rivoluzionario. Lang gira il film sfruttando un argomento decisamente spinoso e per l’epoca davvero inusuale. Introducendo grandi innovazioni narrative, riesce inoltre a infondere pura linfa vitale alla vicenda. Peter Lorre nei panni di Kurten è impressionante e nell’incredibile finale, la sua accalorata e ipocrita difesa spingerebbe alla riflessione anche il boia più feroce. La pena di morte qui diviene soggetto di discussione così come la voglia di linciaggio della folla e Lang usa entrambi gli argomenti, per far risaltare l’aspetto romantico della doppia personalità del mostro, tema caro al cinema tedesco degli anni '20.

 

Nota: i terribili omicidi sono in M solo suggeriti. Lang infatti preferisce mettere in risalto particolari della vittima abbandonati sull’asfalto, così da costringere lo spettatore ad immaginarsi la fine del malcapitato. Film imprescindibile per tutti, da proiettare nelle scuole.

 

Curiosità: il vero Peter Kurten fu in realtà arrestato dalla polizia. Sul punto di essere catturato decise di confessare la sua doppia identità alla moglie, in modo da permetterle di intascare la cospicua taglia e vivere di rendita.

Curiosità numero 2: il film doveva intitolarsi “Gli Assassini Sono Fra Noi e a lungo si è pensato che Lang avesse modificato poi il titolo per paura della polizia nazista. In realtà M fu semplicemente il titolo che Lang preferì durante il montaggio del girato.

 

Curiosità numero 3: in Italia il film è arrivato solo nel 1960 perché negli anni precedenti Lang non era mai riuscito ad ottenere il visto censura.



scritto da: Francesco Cortonesi


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