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DIARY OF THE DEAD / LE CRONACHE DEI MORTI VIVENTI - recensione

Titolo: DIARY OF THE DEAD / LE CRONACHE DEI MORTI VIVENTI
Titolo originale: Diary Of The Dead
Regia: George A. Romero
Interpreti: Michelle Morgan, Joshua Close, Shawn Roberts, Amy Lalonde, Joe Dinicol, Scott Wentworth, Philip Riccio
Anno: 2007

Nuovo capitolo della saga romeriana sugli zombi. Stavolta il maestro dell'horror si cimenta in un reality movie e la produzione è indipendente. Il risultato è un film riflessivo, poco incentrato sull'effettaccio e più incline alla critica sociale. Un cast di giovani sconosciuti per un road movie horror complessivamente di buon impatto e con qualche trovata divertente. Rifiutato dalle grandi majors, il progetto è stato fortemente voluto al punto da realizzarlo attraverso piccoli finanziamenti: stiamo parlando di DIARY OF THE DEAD.

 

Il maestro dei morti viventi ritorna al cinema indipendente e lo fa con uno stile e un'impostazione che riprendono il discorso iniziato da Cannibal Holocaust e portato avanti con successo da The Blair Witch Project, Cloverfield e il suo consimile spagnolo Rec, vale a dire la trasformazione dello spettacolo cinematografico in documento finto-realistico. Stavolta le motivazioni del film nel film provengono da una piccola troupe studentesca di filmakers, impegnata sul set di un horror low budget. I ragazzi si ritrovano ben presto travolti da una folle invasione di morti viventi e il film prosegue in stile road movie, con il regista stesso che filma il tutto aiutato dal suo operatore.

 

Lo spettatore assisterà poi al film già montato, espediente questo che risolve a Romero molte problematiche di ordine visivo e giustifica (in parte) certi tagli di ripresa e alcune immagini di montaggio accompagnate dalla voce fuori campo della protagonista Michelle Morgan. Per il resto ci troviamo di fronte ad un Romero più riflessivo e socialmente impegnato del solito, con feroci critiche al mondo dei media, all'esercito e in generale contro una società dell'immagine che divora e monitorizza il libero pensiero.

DIARY OF THE DEAD non è sicuramente il capolavoro di un regista che ci ha ormai abituato all'eccellenza, ma neanche la prima testimonianza del suo declino, come molti si aspettavano; il prodotto è ben confezionato, con notevoli trovate visive (gli zombi che camminano sul fondo di una piscina) e qualche buon momento di tensione. L'idea del road movie horror ripreso con telecamere professionali poi (che si vedono sulle spalle dei protagonisti per tutto il film) è interessante e ci permette di gustarci delle immagini più stabili e meno traballanti degli altri prodotti sopracitati.

 

Ottimi gli effetti di Gregory Nicotero, efficaci nel loro realismo (la testa che si scioglie con l'acido è impressionante), anche se Romero stavolta è stato più parco del solito e ha limitato molto il gore, in molti casi facendolo solo intuire. Mancano completamente le belle scene di pasto zombesco che avevano caratterizzato i capitoli precedenti, un chiaro ed inequivocabile segnale che DIARY OF THE DEAD non è il quarto episodio della saga ma un film a sé stante, decisamente diverso da quanto realizzato in passato.

 

In definitiva una bella prova anche in ragione delle sue traversie produttive, per un regista cult che ancora sa mordere nelle maglie sociali e cerca costantemente di smuovere le coscienze collettive.



scritto da: Alberto Genovese


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