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SAW 4 / IL GIOCO CONTINUA - recensione

Titolo: SAW 4 / IL GIOCO CONTINUA
Titolo originale: Saw IV
Regia: Darren L. Bousman
Interpreti: Tobin Bell, Lyriq Bent, Costas Mandylor, Scott Patterson, Betsy Russell, Athena Karkanis, Louis Ferreira
Anno: 2007

L'Enigmista è morto, ma l'incubo non è ancora finito. Durante l'autopsia, dalle viscere del cadavere emerge un'audiocassetta su cui è stato inciso un messaggio del diabolico assassino: e il gioco crudele a base di prove mortali ricomincia, coinvolgendo i colleghi del poliziotto scomparso nel secondo capitolo della saga.
Ancora una volta, ne scorrerà di sangue...

 

Quarto capitolo della saga horror-thriller più ingarbugliata e sorprendente degli ultimi anni, SAW 4 si rivela cruento e avvincente come i capitoli che l'hanno preceduto. Se c’è una cosa in grado di decretare il successo di una soap opera è la capacità degli sceneggiatori di tenere incollato lo spettatore davanti allo schermo con invenzioni a raffica, colpi di scena e finali aperti. Ed è quanto avviene con la saga di Saw: una soap dell’orrore i cui marchingegni non finiscono mai di stupire.

Se da un lato strizza l’occhio alle platee di giovanissimi appassionati di storie dark e sanguinose, dall’altro il meccanismo narrativo è così intricato da richiedere maggior attenzione da parte del pubblico di quanto avvenga in genere con le pellicole spettacolari hollywoodiane, i cui canovacci sono riassumibili in poche righe.

In altri tempi SAW 4 sarebbe probabilmente stato accompagnato da flani pubblicitari che avrebbero esortato lo spettatore a “seguire il film dall’inizio”, pena l’incapacità di capire qualcosa della trama.  Dopo un inizio ipercruento dove ci viene mostrata un’autopsia in dettaglio, infatti, la narrazione ci proietta subito nell’ennesimo gioco perverso dell’Enigmista, che anche dalla tomba continua a ordire tranelli mortali per le sue prede.

La sceneggiatura è a tratti perfino più intricata di quella degli altri capitoli, in grado di disorientare lo spettatore con il sapiente (e a tratti disonesto) ricorso a flash-back e a salti temporali. Il finale come al solito riserva "l'inimmaginabile", ricollegandosi all’ending della terza puntata della saga e spiazzandoci un po’ per il ritmo concitato con cui veniamo trascinati, assieme ai protagonisti, verso la soluzione dell’enigma.

Anche in SAW 4 si conferma l’impressione che i toni orrorifici dell’epopea si facciano sempre più marcati di episodio in episodio.  E ancora una volta il gioco funziona, deliziando i fans del più longevo serial killer mai rappresentato in un thriller.  Inutile prenderlo sul serio o lamentare la mancanza di verosimiglianza: SAW 4 fa parte di un genere di film che mantiene le promesse e chi entra al cinema sa cosa va a vedere.

Il che non è poco, di questi tempi. 



scritto da: Corrado Artale


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