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SATURN 3 - recensione

Titolo: SATURN 3
Titolo originale: Saturn 3
Regia: Stanley Donen
Interpreti: Farrah Fawcett, Kirk Douglas, Harvey Keitel, Ed Bishop, Roy Dotrice, Douglas Lambert, Christopher Muncke
Anno: 1980

Uscito un anno dopo Alien con l’evidente intenzione di sfruttarne il successo. Gli effetti speciali sono buoni e c’è pure qualche scena notevole, peccato che la storia sia davvero roba da ragazzi. SATURN 3 è un film diventato celebre per l’incredibile sperpero di soldi che fu fatto durante le riprese.

 

Il capitano Benson viene inviato su Saturn 3 per accelerare l’attività del maggiore Adams e della sua assistente Alex, da anni impegnati in fondamentali ricerche a scopo umanitario. Una volta arrivato a destinazione Benson dimostra però di avere una personalità instabile e aggressiva che per giunta, in qualche modo, trasmette al terrificante robot di ultima generazione che si è portato dietro. In breve la macchina si ribella al suo padrone e, attratto dalla bellissima assistente di Adams, cerca di fare di tutto per averla.

 

Un' occasione in gran parte sprecata. E dire che le premesse giuste c’erano eccome. Effetti speciali di tutto rispetto, scenografie non immense ma ben progettate e persino un buon cast. Che si vuole di più? I soldi? Abbondavano… Il problema è che la storia, scritta dal pluripremiato romanziere Martin Amis è qui ridotta ai minimi termini e strutturata, al contrario di come era in origine, per un film tutta azione e poche chiacchiere.

 

Ci si potrebbe pure stare ma Stanley Donen, regista e supervisore alla sceneggiatura, dimostra di non saper gestire bene ciò a cui ha messo mano e alla fine è proprio il blando ritmo uno dei difetti principali di SATURN 3. Il cast comunque se la cava, per quanto non sia sfruttato come meriterebbe. I concetti sono appena abbozzati e alla fine nessuno sembra mai dire cose troppo sensate.

 

Ok, c’è l’amore che prova il neo arrivato capitano Benson nei confronti della bella Alex da tempo sentimentalmente legata al vecchio astronauta e il robot che in qualche modo si impossessa dei pensieri del capitano, ma poi?

 

Ogni battuta pare scritta per dare origine a una qualche riflessione, ma tutto si risolve in un ammasso di metallo scatenato che cerca di far fuori chi gli si presenta davanti. E nient’altro. In definitiva si può vedere, ma quasi esclusivamente per una questione estetica. La storia vale poco o nulla.

Curiosità: il regista doveva essere John Barry, che aveva lavorato sia per Guerre Stellari che per Arancia Meccanica. Fu però per divergenze legate al copione che venne sostituito da Stanley Donen.

 

Curiosità numero 2: l’accento tipico di Brooklyn di Harvey Keitel irritò così tanto i produttori che decisero di farlo doppiare da Roy Dotrice.

 

Curiosità numero 3: incredibile! Nel cast compare anche Ed Bishop, che fu pagato profumatamente per interpretare la parte di un pilota che resta in scena meno di due minuti e che per giunta indossa un casco! La produzione, senza battere ciglio, versò contanti nel conto di Bishop per più di tre settimane, nell’attesa di girare la scena. L'attore ha lasciato la nostra dimensione nel 2005.



scritto da: Francesco Cortonesi


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