
Titolo: TERRORE IN CITTÀ
Titolo originale: Silent Rage
Regia: Michael Miller
Interpreti: Chuck Norris, Albert Finney, Ron Silver, Steven Keats, Toni Kalem, William Finley, Brian Libby, Stephen Furst
Anno: 1982
Ferito a morte e sottoposto ad azzardati esperimenti scientifici da ricercatori senza scrupoli, psicotico assassino si trasforma in un essere invulnerabile ed assetato di sangue.
Toccherà allo sceriffo di una piccola cittadina americana sventare la minaccia.
Horror/action costruito su misura per il divo Chuck Norris, non particolarmente originale ma divertente e provvisto di discreta suspense.
La scienza ha creato la sua più terrificante minaccia. Ora tocca a Chuck Norris distruggerla!”. Nientemeno. La frase di lancio italiana di Silent Rage lascia pochi dubbi sul fatto che si tratti di un’operazione commerciale cucita su misura per le possenti spalle di Norris, all’epoca definito da qualche critico “il Sylvester Stallone dei poveri”.
Certamente il biondo karateca si fa onore anche in questa sorta di horror/action il cui titolo alternativo avrebbe potuto essere Walker Texas Ranger vs. Michael Myers; infatti siamo di fronte ad un prodotto dal taglio quasi televisivo, che al tema classico dello sceriffo di periferia eroicamente impegnato a suonarle ai cattivi coniuga le truculenze degli slasher anni '80.
L’idea dell’assassino psicopatico e immortale è ovviamente ripresa da quel classico del filone che è Halloween La Notte Delle Streghe, di John Carpenter e ovviamente i citazionismi non si fermano qui, dato che nell’incipit Miller si concede un divertito omaggio a Shining mostrandoci il folle che a colpi d’ascia si fa strada verso la tremebonda consorte (i cui strilli isterici giustificano ampiamente la sete di sangue dell’assatanato coniuge).
Fra gli interpreti fa capolino anche Albert Finney, ammirato in pellicole dell’orrore anni '70 come Il Fantasma Del Palcoscenico di De Palma e Quel Motel Vicino Alla Palude di Tobe Hooper.
Il regista alterna efferatezze a gag da telefilm, inserendo la figura del vicesceriffo imbranato e una scazzottata fra il buon Chuck e una banda di motociclisti maleducati.
Da segnalare il lungo confronto finale fra Norris e il mostro, che per quanto invulnerabile un po’ di mazzate dall’atletico sceriffo le rimedia; ed è ovvio che il finale aperto lasci dei dubbi sull’effettiva distruzione della belva, in vista di un possibile sequel (che non ci risulta sia mai stato realizzato).