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LUPA MANNARA (LA) - recensione

Titolo: LUPA MANNARA (LA)
Titolo originale: Lupa Mannara (La)
Regia: Rino Di Silvestro
Interpreti: Annik Borel, Howard Ross, Dagmar Lassander, Tino Carraro, Elio Zamuto, Pietro Torrisi, Frederick Stafford, Felicita Fanny
Anno: 1976

Tanto bizzarro da lasciare basiti. LA LUPA MANNARA è un efficace esempio dell’ormai super abusato concetto di trash. Nonostante la messa in scena sia delirante ci sono spunti davvero interessanti e il film presenta, tra l'altro, un raro caso in cui la licantropia viene trattata al femminile.

Daniela, dopo essere stata violentata da adolescente, vive segregata in una villa di campagna. Qui scopre che la nonna è stata uccisa perché lupa mannara e questo la influenza, tanto da farle avere terrori notturni. Dal sogno alla realtà il passo è breve e Daniela finisce per sbranare il cognato che parecchio assomiglia all’uomo che ha ucciso la nonna.

 

In preda al delirio viene ricoverata in clinica, ma ci mette poco a trovare il modo di darsela a gambe. Una volta fuori finalmente la vita sembra sorridergli: si innamora di un aitante stunt-man e va a vivere con lui in un villaggio adibito a set. Ma, come sempre nella vita, la felicità dura poco, perchè alcuni balordi fanno fuori lo stuntman e Daniela in preda ai fumi della licantropia decide di vendicarsi...

 

Matto vero Di Silvestro! Gira una storia un po’ splatter, un po’erotica, un po’ rape and revenge e un po’ onirica. Il tutto in chiave psicoanalitico delirante. Non poteva che venirne fuori un super cult. LA LUPA MANNARA non è per niente terribile come hanno detto in molti. Poche lagne: qui ci si diverte davvero anche se, naturalmente, la visione va affrontata con lo spirito giusto...

Annik Borel ha pure le phisique du role. Nonostante la sceneggiatura folle e la messa in scena allucinante ce la mette tutta e rende un film che poteva essere semplicemente curioso, un' icona del brutto ma bello. Brava. Bella e brava! Lo splatter non manca, le scene di nudo neppure. Il make up della licantropa è incredibile: un po’ di peli rossicci appiccicati a caso e naso da cane. Fine. Quando si dice l’efficace arte del minimalismo…

Di Silvestro dimostra pure di avere un certo ingegno e, come giustamente sottolinea Gian Carlo Castoldi, anticipa a suo modo certe tematiche affrontate qualche anno dopo da Joe Dante in L’Ululato e, sostanzialmente, pure la fredda vendetta di Non Violentate Jennifer. Per i fan del cinema da drive in un film come questo è manna che scende dal cielo.

 

Curiosità: nel film compare anche Tino Carraro, attore noto per le sue parti impegnate in film come Storia Di Una Monaca Di Clausura e per i tanti mini film prodotti dalla Rai. Ha interpretato anche Don Abbondio nel celebre I Promessi Sposi del 1967

 

Curiosità numero 2: Quentin Tarantino selezionò il film nel 1996 per il primo Quentin Tarantino Film Festival di Austin, Texas.

Curiosità numero 3: L'ultimo film di Rino Di Silvestro è del 1985. In quell'anno ha diretto I Sogni Erotici Di Cleopatra.



scritto da: Francesco Cortonesi


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