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CASA SPERDUTA NEL PARCO (LA) - recensione

Titolo: CASA SPERDUTA NEL PARCO (LA)
Titolo originale: Casa Sperduta Nel Parco (La)
Regia: Ruggero Deodato
Interpreti: David Hess, Annie Belle, Giovanni Lombardo Radice, Lorraine De Selle, Brigitte Petronio, Christian Borromeo
Anno: 1980

Se Cannibal Holocaust fosse un disco, LA CASA SPERDUTA NEL PARCO potrebbe essere il suo ideale lato B. Metafore discografiche a parte: i contenuti sono quello che sono, ma il film di Deodato ha l’indubbio pregio di riuscire a mettere a disagio davvero. Nessuno qui è innocente al di là di ogni ragionevole dubbio.

 

Una villa isolata nei quartieri residenziali fuori dalla città di New York; la festa di un gruppo di ragazzi dell’alta borghesia si trasforma lentamente nel peggiore degli incubi. Alex e Ricky, due feroci teppisti, riescono con uno stratagemma a farsi invitare alla serata e trasformano il party in una terribile nottata. Tutto avviene all'interno delle mura della splendida residenza e non c’è modo di sfuggire alla furia omicida scatenata dai due criminali.
Ma forse nulla è come sembra.

 

Eh si, bisogna fregarsene completamente della logica se si vuole apprezzare il finale di LA CASA SPERDUTA NEL PARCO, tanto delirante appare il colpo di scena che in teoria dovrebbe lasciare lo spettatore di stucco. Nonostante questo però, non si può negare il fascino perverso che il film di Deodato emana prepotentemente, ammantando di ambiguità le vittime che finiscono per essere così diabolicamente (e inverosimilmente!) subdole da risultare antipatiche come i tre porcellini al cospetto del Lupo Cattivo. Tutto è studiato per colpire sotto la cintura lo spettatore.

 

Come è facile immaginare, in più di un paese non ha superato le strette maglie della censura e in Inghilterra è stato persino bandito. Nessuna sorpresa. Di certo, il film ha scene insostenibili e se soprattutto lo stupro prima dei titoli di testa e le interminabili rasoiate inflitte a una delle giovani invitate (Brigitte Petronio) fanno star male, è comunque l’inquietante comportamento della fredda ragazza dell’organizzatore del party a disturbare di più, nel momento in cui, inequivocabilmente, si lascia andare all’amplesso imposto da uno dei due violentatori dimostrando piacere invece che riluttanza.

 

Ancora una volta Deodato cerca di far riflettere su chi siano i “veri cannibali”, ma in questo caso l’obiettivo viene solo sfiorato a causa di un cambiamento di prospettiva tanto sottile da risultare difficilmente decodificabile. Alla fine del salmo, gli stupratori restano stupratori e i ricchi e annoiati borghesi, per quanto perversi e antipatici, non possono non essere salvati se pur mossi dalle ambigue ragioni della vendetta. Un film controverso, senza dubbio da vedere.

 

Curiosità: David Hess è noto oltre che come attore, anche e soprattutto come compositore musicale. Ha pure firmato alcuni successi di Elvis Presley e la celebre Speedy Gonzales cantata da Pat Boone.

 

Curiosità numero 2: la scena dello stupro prima dei titoli di testa, considerata una delle più terribili mai viste al cinema, è stata girata da David Hess e da sua moglie Karoline Mardeck.



scritto da: Francesco Cortonesi


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