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ICARO XB 1 - recensione

Titolo: ICARO XB 1
Titolo originale: Ikarie XB 1
Regia: Jindrich Polak
Interpreti: Zdenek Stepanek, Radovan Lukavsky, Frantisek Smolik, Dana Medricka, Irena Kacírkova, Otto Lackovic
Anno: 1963

Conosciuto in Occidente anche come “Voyage To The End Of The Universe”. Se c’è un film di fantascienza che merita di essere riscoperto, senza dubbio è questo. Bellissimo.

 

La nave stellare Icaro XB1 è in rotta verso il “Pianeta Bianco”, che si trova nel sistema solare di Alfa Centauri, noto per essere il più vicino alla Terra. Un viaggio che durerà 28 mesi, durante i quali il capitano Vladimir Abajev e il suo equipaggio dovranno affrontare l’ignoto. Abajev alla fine scoprirà però che nello spazio il pericolo non viene solo dall’esterno…

 

Benvenuti a bordo di ICARO XB 1. Allacciate le cinture e tenetevi forte perché ciò che vi aspetta a destinazione probabilmente vi sconvolgerà la mente e vi farà assomigliare a una versione in carne e ossa dello sconvolto personaggio de L'Urlo di Munch. Scherzi a parte: che finale gente! Fidatevi, da solo vale il film. E se la versione girata per il mercato americano appare decisamente più incisiva e immediata, è impossibile negare che quella originale sia più subdola e forse per questo anche più efficace. Il consiglio, manco a dirlo, è comunque quello di vederle entrambe.

 

Ispirato al romanzo Oblok Magellana (La nube di Magellano) di Stanislaw Lem, ICARO XB 1 non si regge però solo sul geniale colpo di scena degli ultimi minuti. Tutto il viaggio verso l’inaspettata meta è infatti costellato di eventi straordinari che inchiodano allo schermo e affascinano per inventiva. Il ritrovamento di un' astronave alla deriva nel buio dello spazio, ad esempio, mette i brividi ed ha la stesso epico respiro della visita da parte degli astronauti al celebre monolito lunare in 2001 Odissea Nello Spazio.

 

Ottime scenografie meravigliosamente retrò, futuristico design, grandi attori e dialoghi mai banali completano il quadro di questo imperdibile sci fi girato in piena Guerra Fredda, che catapulta lo spettatore dentro gli ideali sovietici che un tempo animavano la corsa allo spazio. Un film incredibilmente sottovalutato. E pensare che questo è vero cinema.

 

Curiosità: l’affascinante e originale ballo che fanno i cosmonauti durante una pausa di lavoro, ha ispirato la famosa danza della celebre serie di fantascienza tedesca Orion.

Curiosità numero 2: agli scenografi fu permesso soltanto una volta di vedere le tute spaziali sovietiche per poterne riprodurre il design sul film. Quando, curiosi, chiesero a cosa servisse la strana scatola che le tute avevano cucite sul petto, gli agenti del KGB risposero: “A niente. Soltanto a far lambiccare il cervello agli scienziati americani che ci spiano.”



scritto da: Francesco Cortonesi


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