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FINE AGOSTO ALL'HOTEL OZON - recensione

Titolo: FINE AGOSTO ALL'HOTEL OZON
Titolo originale: Konec Srpna V Hotelu Ozon
Regia: Jan Schmidt
Interpreti: Jitka Horejsi, Ondrej Jariabek, Vanda Kalinová, Alena Lippertová, Irina Lzicarová, Natalie Maslovová, Jana Novaková
Anno: 1967

Dramma fantascientifico di matrice Ceca. Considerato da qualcuno il capostipite del post atomico è di fatto paragonabile a un episodio lungo di Ai Confini Della Realtà. Pochi mezzi, storia semplice, ma di grande impatto. Da vedere senza indugio.

 

L’umanità è stata quasi completamente spazzata via da una catastrofe nucleare e solo piccole comunità di esseri umani sopravvivono sparse chissà dove per il globo. Una donna anziana, l’unica ad aver conosciuto la civiltà prima dell’olocausto, guida un gruppo di ragazze alla ricerca di altri sopravvissuti, per poter permettere alle fanciulle di procreare e dare nuova linfa alla razza umana. Dopo tanto vagare, le Nostre arrivano nei pressi di una casa abitata da un vecchio contadino e…

 

Bello. Tratto da un soggetto di Pavel Juràcek, FINE AGOSTO ALL'HOTEL OZON è il classico piccolo grande film che racconta tanto più di quel che mostra. Girato sfruttando subdolamente la produzione dell’esercito e ambientato nelle campagne nei pressi di Dupov, dipinge perfettamente un pianeta ormai morente dove la Bomba ha lasciato in vita solo gli animali e qualche disgraziato, sopravvissuto chissà come.

 

Tutto sembra sospeso in un unico istante dilatato all’infinito e la campagna desolata, immersa nel silenzio, che fa da sfondo al mesto viaggio delle ragazze verso un nessun dove, rappresenta lo scenario perfetto per il Giorno Dopo.

Schmidt sembra intenzionato a sgombrare il campo da ogni dubbio: non c’è speranza nel futuro. Le belle e giovani donzelle di umano ormai hanno ben poco e dimostrano una naturale crudeltà che fa comprendere perfettamente la fragilità delle regole alla base della civiltà. Come è facile intuire il ritmo non è certo al cardiopalma, ma il finale è davvero inquietante e arriva come una mazzata in piena faccia. La morte della mucca poi è simbolo straordinario di un cattivo presagio. Notevole il bianco e nero che perfettamente esalta gli ultimi rantoli di una sciagurata umanità. Consigliato.

 

Curiosità: nel 1969 l’esercito cecoslovacco decise di mettere al rogo FINE AGOSTO ALL'HOTEL OZON, ma fortunatamente una telefonata anonima allertò qualche ora prima Schmidt permettendogli di salvare una copia del film.

Curiosità numero 2: impossibile dire se il serpente e il cane selvatico siano stati davvero uccisi durante le riprese. La morte della mucca invece non lascia dubbio alcuno.

 

Curiosità numero 3: cinque delle ragazze, hanno fino ad oggi recitato solo in questo film, mentre Jana Novakova (qui nella parte di Clara), unica professionista del gruppo, ha lasciato la nostra dimensione un anno dopo la fine delle riprese. Aveva da poco compiuto 20 anni.



scritto da: Francesco Cortonesi


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