
Titolo: CAVALCATA DEI RESUSCITATI CIECHI (LA)
Titolo originale: Ataque De Los Muertos Sin Ojos (El)
Regia: Amando De Ossorio
Interpreti: Tony Kendall, Fernando Sancho, Esperanza Roy, Frank Braña, José Canalejas, Loreta Tovar, Lone Fleming
Anno: 1973
LA CAVALCATA DEI RESUSCITATI CIECHI è il secondo capitolo della saga sui terribili cavalieri templari. A dispetto di una prima parte inguardabile, il finale ha comunque più di uno spunto interessante.
In un minuscolo paese della Spagna più oscura, viene celebrato il cinquecentesimo anniversario dell’accecamento e dell’uccisione dei terribili Templari, noti per le loro violenze e per i sacrifici offerti al demonio in cambio dell’immortalità. L’avverarsi di un’antica maledizione è però nell’aria e nel cuore della notte i mostruosi cadaveri dei cavalieri, evocati dallo scemo del villaggio, escono dalle tombe per portare distruzione e morte tra gli allegri paesani immersi nel clou della festa. Solo uno sparuto gruppo di fortunati riuscirà a barricarsi in casa nel tentativo di salvare la buccia.
Se volete un consiglio, saltate senza rimorso la prima mezz’ora. De Ossorio gira il sequel di Le Tombe Dei Resuscitati Ciechi come un pugile suonato che cerca disperato il bersaglio. Prima prova a farcire di ironia una sceneggiatura scritta probabilmente su un francobollo, poi decide di introdurre una sottotrama degna di un pessimo melodramma e infine propende per orientarsi sul classico “asserragliati senza via di fuga” riuscendo per fortuna, a combinare qualcosa di buono.
Ci vuole infatti una certa pazienza per superare l’inizio di LA CAVALCATA DEI RESUSCITATI CIECHI, che sembra pensato per infastidire lo spettatore con scenette idiote e momenti degni del più squallido Z movie, proiettato in tarda serata nel peggior drive in di provincia.
Meno male però che quando la vicenda prende quota tutto sommato si assiste a uno spettacolo decoroso e non ci si annoia troppo, dimenticando perfino gli odiosi siparietti tra il sindaco e il sovrintendente che, mentre minimizza la situazione, se la intende con la segretaria.
De Ossorio, oltre a introdurre qui le sue celebri scene "alla moviola", non manca di dare anche qualche stoccata di pura cattiveria, concludendo discretamente un film che sembrava destinato ad essere solo pessimo trash involontario. I Templari, zitti zitti, fanno anche un po’ paura.
Non male la colonna sonora composta da Antòn Garcia Abril, che sfrutta ottimamente la distorsione di alcuni canti gregoriani e riesce a creare un'atmosfera decisamente inquietante che, manco a dirlo, funziona però soltanto quando il film prende la giusta piega.
Curiosità: L’Ordine Dei Poveri Compagni di Cristo e del Tempio Di Gerusalemme fu fondato nel 1118. L’intenzione iniziale era quella di proteggere i pellegrini europei che visitavano la Terra Santa dopo la sua conquista. Fu però quando nel 1139 Innocenzo II decise con la Bolla Omne Datum Optimum di concedere all’Ordine la totale indipendenza dal potere Temporale che essi acquisirono anche la gestione di enormi quantità di beni, che portarono alla perdita dello spirito iniziale e lentamente alla degenerazione. A decretarne la fine fu Filippo IV il Bello, che accusò i Templari di rinnegare Cristo, di sputare sulla Croce, di praticare la sodomia e di adorare un idolo chiamato Bafometto. Nonostante la quasi certa infondatezza delle accuse, decretate principalmente dalla necessità del re francese di incamerare tutti i beni accumulati in due secoli dai monaci, l’Ordine fu soppresso e il gran maestro bruciato sul rogo.
Curiosità numero 2: il protagonista del film è il nostro Luciano Stella, in arte Tony Kendall, indimenticabile interprete di Una Pistola Per Cento Croci!, La Frusta E Il Corpo e Yeti: Il Gigante Del 20 Secolo.
Curiosità numero 3: il film fu girato in Portogallo per evitare la terribile censura franchista dell’epoca.