
Titolo: TUO VIZIO È UNA STANZA CHIUSA E SOLO IO NE HO LA CHIAVE (IL)
Titolo originale: Tuo Vizio E' Una Stanza Chiusa E Solo Io Ne Ho La Chiave (Il)
Regia: Sergio Martino
Interpreti: Edwige Fenech, Anita Strindberg, Luigi Pistilli, Ivan Rassimov, Riccardo Salvino, Enrica Bonaccorti, Daniela Giordano
Anno: 1972
Giallo gotico dalle sfumature erotiche per la regia di Sergio Martino, che qui rilegge a modo suo Il Gatto Nero di Edgar Allan Poe. L’atmosfera è plumbea al punto giusto, ma a conti fatti non è che succeda granché.
Oliviero Rouvigny, scrittore in pieno declino artistico, vive in una villa dove ama organizzare erotici festini e baldorie alcoliche dai risvolti boccacceschi. Ossessionato dal ricordo della madre, Oliviero sfoga la sua frustrazione sulla moglie Irene, che subisce in silenzio senza riuscire a trovare la forza di reagire e, quando la serenità del paese limitrofo viene funestata da un terribile omicidio e lo scrittore finisce nella lista dei sospettati, la relazione fra i due coniugi sembra destinata al capolinea. Nel frattempo, a peggiorare la situazione all'interno della villa arriva anche la splendida e provocante nipote dello scrittore, che si insinua nella vita della coppia ravvivando ulteriori striscianti sospetti. Finale al sangue.
Non particolarmente amato da buona parte della critica, IL TUO VIZIO È UNA STANZA CHIUSA E SOLO IO NE HO LA CHIAVE gronda in realtà paranoia da ogni inquadratura e merita senza dubbio una visione. Le ossessioni di Irene, le inquietudini di Oliviero e i subdoli atteggiamenti della nipote contribuiscono a infiltrare la pazzia in una vicenda che sembra sempre sul punto di afferrare i protagonisti per poi trascinarli in un inferno senza uscita. Nell’apparente palude sentimentale in cui sguazzano il marito schizzato e la moglie rancorosa, Satana, il gatto nero di Oliviero, appare da subito l’elemento scatenante di un oscuro presagio, lo psicopompo uscito fuori dall’oltretomba con il compito di portare a ovvia conclusione i livori e i desideri di vendetta che i due sposi sembrano nutrire uno verso l’altro.
L’indimenticabile Luigi Pistilli ci regala qui una delle sue più straordinarie interpretazioni, dimostrando ancora una volta la sua grande versatilità. Ottima anche Anita Strindberg e memorabile la Fenech, come al solito in splendida forma e convincente, al di là di ogni ragionevole dubbio, nel ruolo della giovanissima dall’atteggiamento fatale.
Sia chiaro, il ritmo non è forsennato e in qualche frangente la noia affiora come un cadavere dall’acqua, ma Martino è bravo a fare il suo lavoro e riesce comunque a far risaltare il senso di mistero che, inevitabilmente, scaturisce dai segreti che tutti i personaggi sembrano custodire a discapito delle apparenze.
Curiosità: nel film compaiono anche Dalila di Lazzaro e Enrica Bonaccorti. La prima è una ragazza che all’inizio balla nuda su un tavolo, la seconda una prostituta uccisa a colpi di roncola.
Curiosità numero 2: il bizzarro titolo proviene da un biglietto che compare in Lo Strano Vizio Della Signora Wardh.