
Titolo: SOJUX 111 TERRORE SU VENERE / IL PIANETA MORTO
Titolo originale: Schweigende Stern (Der)
Regia: Kurt Maetzig
Interpreti: Yoko Tani, Ignacy Machowski, Oldrich Lukes, Julius Ongewe, Michail N. Postnikow, Kurt Rackelmann, Günther Simon
Anno: 1960
Grandissima fantascienza partorita dalla Società del Cinema Tedesco dell’ex Germania Est. Visionario, intelligente e assolutamente sorprendente. Se Terrore Nello Spazio di Bava è un vostro cult, allora vi innamorerete perdutamente di SOJUX 111 TERRORE SU VENERE.
Terra, prossimo futuro. L’umanità si sta preparando alla conquista di Marte. Il progetto entra in crisi quando nel deserto del Gobi viene trovato il frammento di un' astronave venusiana caduta sul nostro pianeta nel 1908. L’obbiettivo della missione viene a quel punto dirottato su Venere e l’equipaggio multietnico del Cosmokrator 1 parte alla volta della Stella del Mattino, ignaro della terribile verità che li attende…
Figlio di una coproduzione tra Repubblica Democratica Tedesca e Polonia, SOJUX 111 TERRORE SU VENERE è il primo film di fantascienza prodotto sul confine della Cortina di Ferro, appena qualche mese prima della costruzione del Muro. Girato con il celebre 70 millimetri Totalvision, la risposta est crucca al Cinemascope, SOJUX 111 TERRORE SU VENERE è tanto avvincente quanto sorprendente.
Paranoia da Guerra Fredda e terrore da catastrofe nucleare grondano come lava dalla bocca di un vulcano infuriato ed è praticamente impossibile non restarne ammaliati. Agghiaccianti blob venusiani pronti a divorare tutto, pianeti devastati da scelte irresponsabili degli abitanti e misteri cosmici scintillanti nel buio dello spazio vi delizieranno gli occhi e vi graffieranno la mente.
Dimenticate i film di propaganda, scordatevi i deliranti proclami politici e cancellate dalla vostra testa qualsiasi idea di cinema pseudo impegnato tipico dei regimi dell’Est. Qua siamo dalla parti della fantascienza più pura, impregnata di incubi inquietanti scaturiti dai cervelli degli scienziati “comunisti” coinvolti nella corsa allo spazio come i loro colleghi americani. Effetti speciali mirabolanti e interpretazioni tutt’altro che di dilettantesca scuola, contribuiranno a farvi apprezzare una sci fi piuttosto sconosciuta e degna invece di essere ammirata. Assolutamente da vedere.
Curiosità: il film è tratto dal romanzo Il Pianeta Morto di Stanislaw Lem ma, a causa delle dodici stesure di sceneggiatura redatte da ben tre gruppi di scrittura, non molto rimane dell’opera originaria, tanto che Lem ne prese immediatamente le distanze.
Curiosità numero 2: il film ha avuto una genesi estremamente travagliata. Durante le riprese, la DEFA fu accusata di aver permesso ad alcuni agenti cinematografici della Germania Ovest di visitare gli studi cinematografici, rischiando così lo spionaggio. Come se non bastasse, i costumisti furono costretti a studiare le tute spaziali nel Museo Dello Spazio di Mosca senza però potersi mai avvicinare al materiale e alcuni membri della produzione rischiarono l’arresto, quando si venne a sapere che nelle loro menti era balenata la folle idea di coinvolgere nel progetto anche la Francia.
Curiosità numero 3: il titolo italiano del film resta un mistero. Nonostante sia chiaro il riferimento alle missioni sovietiche Sojuz che presero avvio nel 1961, poco comprensibile risulta la deformazione del nome in Sojux.
La tesi più accredita è che si tratti di un errore.