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HEADHUNTER - recensione

Titolo: HEADHUNTER
Titolo originale: Headhunter
Regia: Paul Tarantino
Interpreti: Ben Parrillo, Mark Aiken, Matt Bushell, Lindsey Stoddart, Cristi Clainos, Joseph Alfieri, René Ashton, Timothy Thomas Brown
Anno: 2005

Indipendente americano a basso budget. Effetti speciali non eccelsi, un po' di sano splatter e una narrazione piuttosto lineare. Nel complesso si salva, il finale è azzeccato.

 

Ben Caruso, professionista giovane e ambizioso, si affida alla sexy "cacciatrice di teste" Sarah Tierny perché gli trovi un nuovo lavoro. Detto fatto: impiego poco impegnativo, paga da capogiro e un solo inconveniente... Il secondo turno di notte in un ufficio decisamente poco rassicurante. Allarmato dopo la prima giornata di lavoro Ben cerca di mettersi nuovamente in contatto con Sarah e viene così a conoscenza di una realtà che va decisamente al di là della sua immaginazione.

 

Il soggetto dal quale prende le mosse questo HEADHUNTER non sarebbe neanche malvagio, peccato che poi il film di Tarantino (Paul, non Quentin!) manchi un po' di mordente e inventiva. Nonostante una certa lentezza nelle fasi iniziali, la visione scorre piuttosto bene, senza però grandi guizzi né a livello di regia, né di sceneggiatura. Gli attori fanno il loro, ma i dialoghi sono piatti.

 

Le scenografie piuttosto povere e la fotografia a tratti un tantino televisiva non aiutano. Un po' di splatter c'è, ma gli effetti speciali risentono di probabili ristrettezze di budget. Il finale, quello sì, mi ha colpito positivamente. Direi azzeccato, non facile da prevedere e ben costruito. Riscatta almeno in parte le promesse non sempre mantenute di un film che si presenta bene, ma che poteva essere meglio.

 

Da vedere in compagnia, magari sgranocchiando pop corn, oppure da vivisezionare con occhio critico nel caso siate registi alle prese con le mille difficoltà della scena indie, nazionale e non.



scritto da: Marco Zolin


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