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HELLRAISER - recensione

Titolo: HELLRAISER
Titolo originale: Hellraiser
Regia: Clive Barker
Interpreti: Doug Bradley, Grace Kirby, Ashley Laurence, Andrew Robinson, Claire Higgins, Oliver Smith
Anno: 1987

Larry si trasferisce con la moglie Julia nella casa dello scapestrato fratello Frank, che da tempo ha fatto perdere ogni traccia di sé. Pochi giorni prima delle nozze aveva sorpreso Julia da sola e l'aveva sedotta, lasciandole un ricordo difficile da cancellare. In seguito, grazie a un manufatto misterioso acquistato in terre esotiche (la scatola di Lemarchand) aveva evocato i Supplizianti, creature demoniache dotate di una strana concezione del piacere e del dolore, che dopo averlo smembrato ne lasciarono i resti sotto il pavimento della soffitta. Un po' di sangue sparso casualmente lo fa tornare dall'aldilà, carico di rabbia e di desiderio. L'unico modo per fermarlo è usare la scatola: farà tornare i supplizianti, che non tollerano fughe dall'Inferno...

 

 

Quando nel 1987 Clive Barker esordì alla regia aveva a disposizione un budget esiguo (un milione di dollari, cifra che oggi ci appare assurdamente limitata), poca o nessuna esperienza nel campo cinematografico (conosceva semmai il mondo del teatro) ma anche un'immaginazione sconfinata, idee più che originali.

Nacque così Hellraiser, grande successo commerciale (più di 14 milioni di dollari solo dal mercato U.S.A.) e soprattutto uno dei pilastri del cinema horror come lo conosciamo.

 


Hellraiser ha poche scene cruente, ma estreme (da noi è vietato ai minori di 14 anni; ai minori di 18 in altri paesi): uncini e catene che compaiono dal nulla e dilaniano la carne, squallidi omicidi rappresentati in modo realistico e soprattutto il look dei Supplizianti, creature immortali trafitte da chiodi o filo di ferro, con le vesti di cuoio nero cucite alla pelle, destinati a rimanere in eterno nell'immaginario horror.

 


Questo film non lo ricordiamo solo per le scene gore: la sua forza sta nella psicologia dei personaggi umani. Tutti ben caratterizzati e ben interpretati.

Hellraiser è fondamentalmente una storia d'amore: Julia sta con Larry solo per abitudine, è Frank che vuole, la pecora nera della famiglia, quello che le ha fatto provare la vera passione. Lo ama davvero: anche se è tornato in una forma mostruosa, se il suo corpo deve ancora essere ricostruito, se ha vene e arterie esposte come un modellino anatomico, se non ha pelle. 

 


Oltre che una storia d'amore e un dark fantasy, a ben guardare Hellraiser è nella sua struttura una fiaba: la matrigna, la ragazzina coraggiosa e di buon cuore, la trasgressione, il mezzo magico, la scelta morale da compiere, la punizione dei malvagi. La natura fiabesca del film si riflette nei numerosi simboli ricorrenti (i fiori rossi nelle vetrate della casa, i fiori che si aprono sullo schermo delle TV, il coltello a scatto, il rosso del sangue) e spiega alcuni passaggi dell'intreccio: perché altrimenti Christine, la figlia di Larry, non si rende conto di un certo scambio di persona? Perché anche i supplizianti per riconoscere Frank devono sentirlo pronunciare il proprio nome?

 


Il substrato simbolico e fiabesco dà al film la possibilità di creare con gli spettatori un contatto profondo, forse anche inconscio; gli permette di essere “universale” e di parlare di temi come il desiderio sessuale, le pulsioni sadomasochistiche e il tradimento in tono sfumato e persino delicato. Che in un film in cui catene e uncini smembrano vittime umane è un miracolo di stile. C'è una ragione: Hellraiser ci mostra impietosamente che il corpo è carne, materia ottusa, che non può niente contro l'acciaio e contro il tempo. Ma al di là della retorica l'amore (anche quello che proviamo a senso unico, verso chi non ricambia, l'amore di Julia per Frank) è una forza tremenda, e può davvero vincere la morte.

 


Curiosità: i Supplizianti,detti anche Cenobiti, qui  non erano ancora chiamati per nome. Il “lead cenobite” dei titoli di coda, interpretato da Doug Bradley, verrà indicato dal sedondo capitolo della saga come Pinhead, e diventerà un'icona del cinema horror alla pari di Jason e Freddy Krueger. Gli altri Supplizianti verranno chiamati Female CenobiteButterballChatterer

 


Curiosità 2: Come nei migliori racconti dei Libri Di SangueBarker si dimostra un grande inventore di trame e di immagini originali, che non sono mai ricalcate su quelle abusate del genere. I Supplizianti non sono demoni, ma qualcosa di mai visto prima (il titolo originale di Hellraiser era nientemeno che Sadomasochist From Beyond The Grave); Frank non è né uno zombie né un vampiro, ma una nuova e riuscita forma di revenant.  

 

 

Curiosità 3:  Pinhead e i suoi colleghi hanno ispirato (tra gli altri) gli arcidemoni conosciuti come La Mano di Dio nel manga Berserk di Kentaro Miura.

 

 

Curiosità 4: a interpretare uno degli addetti ai traslochi c'è il regista Oliver Parker, che sarà Peloquin nel secondo film di Clive BarkerCabal.



scritto da: Andrea Berneschi


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