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PSYCHO GOREMAN - recensione

Titolo: PSYCHO GOREMAN
Titolo originale: Psycho Goreman
Regia: Steven Konstanski
Interpreti: Steven Vlahos, Matthew Ninaber, Kristen MacCulloch
Anno: 2021

Per gli appassionati di horror e stranezze di tutto il pianeta il nome Astron-6 non dovrebbe risultare nuovo. Il collettivo canadese è attivo ormai da più di dieci anni, durante i quali sono usciti piacevolezze come ManborgFather Day e il miglior episodio di ABC's of Death 2W is for Wish. Film assurdi, rielaborazioni dell'immaginario anni '80 aggiornate alla nostra decade, piene di mostroni di gomma, sangue, immaginazione e umorismo di grana grossa. Anche quando il collettivo ha deciso di fare le cose serie è arrivato un filmone niente male, ovvero l'orrore lovecraftiano a bassissimo budget The Void. Era quindi lecito aspettarsi grosse cose da PG: Psycho Goreman, scritto e diretto da Steven Konstanski e originariamente atteso per Marzo dello scorso anno, ma ovviamente ritardato causa pandemia... Sinceramente, però, era difficile sperare in cose così grosse.

 


Chissà quanti secoli fa, in un mondo lontano, una potentissima creatura nota come Arci-Duca degli Incubi ha cercato di dominare l'universo grazie ai poteri donatigli da una pietra magica, la gemma di Praxidice, ma è stato infine sconfitto da una razza di paladini spaziali noti come i Templari. Invece di distruggerlo definitivamente, questi ottimisti hanno pensato bene di esiliarlo in un pianeta di scarsa importanza, sepolto sottoterra dentro una bara apribile solo tramite una complicatissima combinazione. Il problema è che la bara finisce nel giardino di Mimi (Nita-Josee Hanna) e Luke (Owen Myre), due fratelli impegnati a giocare a una complicatissima versione di palla avvelenata di loro invenzione, il Crazy Ball. Il gioco prevede che il perdente scavi una buca abbastanza profonda perché ci possa essere seppellito dentro, e indovinate cosa trova il povero Luke? Esatto, proprio la bara, che la sorellina apre con il magico potere di provare una combinazione a caso. L'Arci-Duca è libero, pronto a distruggere questo inutile mondo... senonché chi possiede la gemma è in grado di controllarlo e di comandarlo a bacchetta, e la gemma è in mano della bambina di sette anni più scatenata e pestifera dell'universo. Il titolo di Arci-Duchessa degli Incubi non le dovrebbe sfuggire... Mimi fa del demone spaziale, rinominato Psycho Goreman, il suo amichetto, lo porta con sé a mangiare il gelato, lo usa per minacciare il suo sottomesso fratello e così via. PG ovviamente non è contento di fare da burattino a una mocciosa, e ogni tanto si sfoga, ad esempio trasformando un agente di polizia in una specie di zombie gelatinoso. La notizia della sua fuga arriva anche lontanissima dalla Terra, dove un bizzarro consiglio spaziale decide di mandare di nuovo la più forte dei Templari per cercare di sconfiggere il mostro...

 


Molti hanno definito Psycho Goreman una sorta di versione horror di una puntata dei Power Rangers, e in effetti non siamo in territori troppo diversi. Ci vedo anche molto cinema di Minoru Kawasaki (autore di capolavori dell'assurdo come Calamari WrestlerCrab Goalkeeper o Koala Executive, cercateveli perché ne vale la pena), soprattutto nel design di alcune creature che finiscono per accompagnare o opporsi al gruppo. Proprio i pupazzoni che appaiono in gran numero sono una delle cose migliori del film: da segnalare almeno il blob/cervello semovente con due occhioni in cui viene trasformato il migliore amico di Luke. Uno spasso, dei piccoli capolavori di artigianato kitsch realizzati con amore strabordante.

 


Un'altra cosa splendida del film è la cattiveria paradossale che i nostri protagonisti sprizzano da ogni poro. Dico protagonisti, al plurale, perché se PG potrebbe tranquillamente essere una versione gore di Skeletor dei Masters of the Universe, la vera malvagia, psicopatica e pericolosa della compagnia è ovviamente Mimi, che arriverete a odiare (amabilmente... o forse no) dopo dieci minuti. Petulante, violenta, cinica, menefreghista, Mimi non compie una parabola di redenzione che potrebbe apparire scontata, ma va avanti come un treno nella strada del cattivo gusto. La scena con il crocifisso è un esempio perfetto di quanto dico, cercatevela e capirete cosa intendo.

PG è un film senza veri buoni, perché trovare qualcuno per cui fare il tifo davvero è arduo. Luke è il classico fratellone bonaccione che potrebbe essere uscito da E.T., ma è davvero troppo smidollato per attirarsi le simpatie dello spettatore. Il padre (sì, perché tutta la famiglia finisce implicata nella vicenda e sarà costretta a prendere posizione) è un ex militare patologicamente pigro e lamentoso, che trova scuse per evitare di fare qualsiasi cosa. E i templari... beh, diciamo che più che del bene si dimostrano paladini dell'ordine, e sappiamo bene come i due concetti non siano esattamente sovrapponibili. Sicuramente non sono sovrapponibili nel mondo di Psycho Goreman.
Quindi i buoni sono cattivi, il supercattivo finisce per starci simpatico, la famiglia non funziona, l'ordine è da evitare... Cosa resta da aggiungere? Psycho Goreman è uno spassoso viaggio anti-disneyano che ci propone un'ora e quaranta di battute epiche e citazioni anni '80 a raffica. Se avrete la predisposizione mentale per affrontare questo umorismo di grana grossa, vi divertirete come degli scemi.

 

 

Se non l'avete capito, voglio concludere mettendo in chiaro che questo non è un film per tutti. Non è tecnicamente rilevante, non ha attori particolarmente bravi (anche se sembra che tutti si siano davvero divertiti un sacco), ha un sacco di difetti di ritmo, è SCEMO, scritto volutamente con tutte le lettere maiuscole. Se per voi l'orrore deve essere serio, inquietante, spaventoso e trovate l'idea di ridere di queste cose repellente allora Psycho Goreman non fa per voi. Ma il nostro genere preferito è bello proprio perché possono convivere una accanto all'altra serie analisi sociali e incubi della mente, avventure sanguinose e farse esagerate come questo film. Io ne sono rimasto entusiasta.



scritto da: Michele Borgogni


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