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WILDERNESS - recensione

Titolo: WILDERNESS
Titolo originale: Wilderness
Regia: Michael J. Basset
Interpreti: Sean Pertwee, Alex Reid, Toby Kebbell, Stephen Wight, Luke Neal, Ben McKay, Lenora Crichlow, Karly Greene
Anno: 2006

La struttura narrativa di WiLDERNESS è indubbiamente banale, ma risulta ben sviluppata grazie al buon utilizzo dei bravi interpreti e a effetti speciali davvero riusciti. Altissimo il tasso di gore.

 

In un carcere di detenzione maschile regna il caos: a fare le spese di ripetuti episodi di bullismo è l'introverso Dave (John Traves) che un giorno, stanco delle continue angherie, decide di togliersi la vita. Di conseguenza i sette compagni di cella vengono inviati su di un’isola deserta e sottoposti a un corso di addestramento psicologico. Giunti sul posto, si accorgono della presenza  di un reparto femminile del carcere, ma non avranno tempo per socializzare: all’improvviso, un fischio nel bosco preannuncia l’arrivo, inatteso, di alcune frecce (mortali) e di un gruppo di cani: nell'isola c'è qualcun altro e non ha affatto buone intenzioni….

 

Nel 2002 Michael J. Basset ha esordito alla grande con Deathwatch, un piccolo gioiello della tensione premiato in diversi festival internazionali. Questa volta però, il giovane regista opta per un clima più “razionale” e più credibile, abbandonando la trincea (ma non la guerra) e dimenticandosi dell‘horror puro, per puntare lo sguardo sul tema isolamento/eliminazione.

 

Il gore è sfrenato e presenta una sequenza di aggressione bestia/uomo al limite del sostenibile. Il tutto però è inserito in un contesto di funzionalità narrativa che azzarda pure riflessioni sociali di un certo spessore: sulle condizioni del carcere in quel di Albione, sul concetto di redenzione/punizione e sull’impossibilità di recupero per alcuni individui socialmente instabili. La struttura narrativa è indubbiamente banale, ma risulta comunque ben sviluppata grazie al buon utilizzo dei bravi interpreti e di effetti speciali davvero riusciti. Curioso che sia stato distribuito direttamente in home video bypassando le sale cinematografiche, perché di thriller così sostenuti (e con buoni contenuti), negli ultimi tempi si sentiva la mancanza….

 

L’Inghilterra ultimamente, a livello cinematografico si sta liberando dei suoi fantasmi e, dietro al buonismo ed allo spirito di auto-contenimento instillato dalla Regina, nuovi registi stanno a ricordarci che non esiste confine, non esiste carcere, non esiste luogo all’interno del quale il Male possa essere contenuto….



scritto da: Undying


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