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MR. BROOKS - recensione

Titolo: MR. BROOKS
Titolo originale: Mr. Brooks
Regia: Bruce A. Evans
Interpreti: Kevin Costner, William Hurt, Demi Moore, Dane Cook, Marg Helgenberger, Ruben Santiago-Hudson, Danielle Panabaker
Anno: 2007

Mr. Brooks è un uomo di successo, un amorevole padre di famiglia, un filantropo... E un maniaco omicida. Testimone involontario delle sue imprese criminali, un voyeur ne subisce il fascino e lo costringe a farlo partecipare ad un delitto. Dallo sceneggiatore di Stand By Me, uno psycho-thriller inquietante ed originale.

 

Clint Eastwood l’aveva intuito quando gli affidò la parte del protagonista in Un Mondo Perfetto: dietro quell’aria da bravo ragazzo, Kevin Costner cela uno spiritaccio capace di azioni decisamente più nere. Indossati nuovamente i panni del cattivo, stavolta il nostro Kev è Mr. Brooks, industriale dalla doppia vita: affettuoso marito e padre di giorno, serial killer di notte.

 

Tallonato da una sorta di mefistofelico alter-ego (il veterano William Hurt, mai così sinistro) che lo sprona a compiere nefandezze, Brooks è un dottor Jekyll dei nostri giorni: pienamente consapevole del proprio lato oscuro, tenta di combatterlo ma sa già di non poterla spuntare.

 

Il male è parte di noi, non è un gemello distinto e separato: in fondo Brooks non può fare a meno di lui, è l’unico al quale possa confessare le proprie ansie quando inizia a sospettare che il suo lato oscuro sia genetico e una persona a lui molto cara potrebbe averlo ereditato… Ed è questo che ci spaventa davvero di lui, in fondo.

 

Non è una vittima come Henry Jekyll: a lui piace uccidere, sa che è sbagliato e tenta di reprimere le proprie pulsioni ma non può perché, appunto, non è qualcosa che si possa estrarre dal proprio Io e relegare in una cantina buia.

 

Quel che ci terrorizza dei mostri, come giustamente rilevava Stephen King ne La Metà Oscura, non è tanto il fatto che facciano del male: è la consapevolezza del fatto che non sono tanto diversi da noi, che provano sentimenti e hanno bisogno di essere amati esattamente come noi.

 

Forse è questo che li rende affascinanti, che ci spinge a domandarci perché non siamo capaci di infrangere quel tabù e diventare come loro: poiché sotto sotto sappiamo che non siamo tanto differenti da loro, cercare di comprenderli magari ci aiuterebbe a capire se la fame oscura che li divora è in ognuno di noi, in letargo, oppure se solo alcuni individui ne sono posseduti.

Evans porta avanti la sua personalissima rappresentazione del Male giocando le carte del thriller psicopatologico, ovviamente con un occhio di riguardo per i romanzi di Thomas Harris. Meno glaciale del perfido dottor Lecter, Mr Brooks risulta perfino simpatico: quando ride alle battute del suo gemello oscuro è trascinante, ma allo stesso tempo ci fa sudare freddo.

 

Non possiamo fare a meno di tifare per lui, quando decide di rischiare la propria incolumità per mettere al sicuro la propria famiglia; e i tremori e le preoccupazioni che prova per la figlioletta un po’ scapestrata ci inducono a pensare che uno così non può essere tanto cattivo... Sbagliato, può eccome!. E’ Mr. Brooks, quindi fareste meglio a stargli alla larga.

Demi Moore è la Clarice Starling di turno, grintosa quanto basta ma inevitabilmente messa un po’ in ombra dal carisma di questo amorevole papà ammazzabuoni (anche cattivi, qualche volta; ma la cosa è puramente accidentale, per lui certi distinguo contano poco). 



scritto da: Corrado Artale


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