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GRINDHOUSE / PLANET TERROR - recensione

Titolo: GRINDHOUSE / PLANET TERROR
Titolo originale: Grindhouse / Planet Terror
Regia: Robert Rodriguez
Interpreti: Freddy Rodríguez, Rose McGowan, Josh Brolin, Marley Shelton, Bruce Willis, Jeff Fahey, Tom Savini
Anno: 2007

Corpi cancrenosi sbudellati come palloncini pieni d’acqua lanciati da un grattacielo, un plotone di supervixens, un messicano senza passato che non sbaglia un colpo e pratica il kung fu come i maestri dell’estremo oriente, uno scienziato collezionista di testicoli e un terrorista chimico ex militare che pare abbia timbrato il cartellino della dialisi a Bin Laden. E tanto altro ancora.

PLANET TERROR di Robert Rodriguez è la seconda “storiaccia” del dittico GRINDHOUSE, un carnevale di frattaglie, decomposizioni, maciullamenti e curve da capogiro.

 

Il film si apre con una go-go dance da mozzare il fiato. Sul palco c’è Cherry (Rose McGowan): rossetto di fuoco, curve da censura e lacrime di chi vorrebbe essere da tutt’altra parte. Non lontano da quel locale si sta scatenando il finimondo per colpa di un gruppo di terroristi guidati da Lt. Muldoon (Bruce Willis), che scatena una micidiale epidemia virale capace di trasformare gli esseri umani in voraci zombi squamosi.

 

Mentre in città l'ospedale viene preso d'assalto dai contagiati, un plotone di personaggi del tutto fuori dal comune si mobilita al seguito di El Wray, un enigmatico ragazzo messicano (Freddy Rodrìguez). Lo scopo è quello di salvare la pelle in un mondo che, con o senza terrorismo sembra in preda a una paralisi apocalittica.


Se Tarantino con il suo A Prova Di Morte “filosofeggia” con il genere slasher e la car-exploitation, Robert Rodriguez con PLANET TERROR si prende meno sul serio e realizza un videogioco splatter rimescolando tanti sottogeneri dei bei tempi andati, dai classici zombie movie agli horror caserecci. Ed è un giorno di festa per gli occhi degli appassionati: sequenze mozzafiato, fucili dai colpi infiniti e pistolette con la potenza di cannoni da carro armato. Il tipico cliché dell’assedio non manca, ma di diverso ci sono le vittime: brutti ceffi mischiati a bambole mozzafiato.

Rodriguez saccheggia soprattutto dal genere w.i.p. e da maestri indiscussi come John Carpenter (specie per le musiche), ma anche da sé stesso, con alcune sequenze che ricordano The Faculty (1998). Fu infatti proprio mentre lavorava a quel film che scrisse le prime trenta pagine di Project Terror (il titolo originario).

Il finale, con la scena dello scioglimento degli attributi del Violentatore#1 (Quentin Tarantino) è ormai cult. Al termine della proiezione, l’odore della putrefazione e del sangue fresco appena sgorgato dalle viscere degli esseri umani trasformati in zombi rimane ben impresso...Una puzza rancida forte come il tanfo della pellicola lasciata ad invecchiare in cantina. Per i deboli di stomaco è meglio concentrarsi sugli aspetti ironici del film, mentre per i deboli di ormoni, invece, è meglio una tisana prima della visione.


Curiosità: Rebel Rodriguez, il figlio di Robert Rodriguez, interpreta il bambino di nome Tony. Elise ed Electra Avellan, le due babysitter gemelle, sono due nipoti del regista alla loro prima esperienza cinematografica.

Curiosità numero 2: Stacy Ferguson, famosa soprattutto come “Fergie” del gruppo Black Eyed Peas, interpreta Tammy, una ragazza tutto petto il cui viaggio viene bruscamente interrotto quando la sua Volvo si surriscalda proprio nella zona contaminata. La Ferguson ha girato le sue scene mentre era in tournée con il gruppo, prima di un concerto a Dallas.



scritto da: Giacomo Ioannisci


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