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VANITY PRESS - recensione

Titolo: VANITY PRESS
Titolo originale: Vanity Press
Regia: Samuel Marolla
Interpreti:
Anno: 2017

"Quello dell’editoria è un mondo complesso, intricato e in cui si rischia di incappare in qualche trappola, se non si è sufficientemente accorti. Ed è ciò che capita ad Alessio, giovane e promettente scrittore horror che sigla un accordo con una casa editrice a dir poco ambigua. In seguito però, grazie alla consulenza di un’affascinante e spregiudicata avvocatessa, scopre suo malgrado che - ben nascoste tra le righe del contratto - ci sono alcune piccole e sfuggenti clausole. Di cosa si tratta? Niente di che, è solo un codice segreto per vincolare lo scrittore all’editore; per sempre, fino alla morte. Anzi, soprattutto dopo la morte..."

 


Questa la sinossi di Vanity Press, racconto di Samuel Marolla edito nella prestigiosa Collana Miskatonic - Vincent Books editore.
Marolla è uno scrittore e sceneggiatore milanese già autore di Malarazza (Mondadori, 2009), Black Tea (Apex, 2015) e di molti albi delle testate Bonelli, tra cui Notturno Newyorkese(2016). La sua narrativa è stata pubblicata in italiano e in inglese da diversi editori sia nazionali che internazionali (fra cui Mondadori e Apex). Dal 2008 è sceneggiatore di fumetti per la Sergio Bonelli Editore (soprattutto per Zagor e Dampyr). Nel 2016 ha sceneggiato il suo primo film (Sacrifice, produzione di Domiziano Cristopharo e attualmente in distribuzione internazionale) e, nel medesimo anno, le sue storie dark ambientate a Milano sono diventate un setting per il gioco di ruolo americano Savage Worlds.

 


La Bonelli, una delle più importanti realtà editoriali italiane, non sceglie a caso i suoi collaboratori. Per avere un’idea della maestria stilistica di Marolla, basta analizzare cosa riesce a fare in questo racconto (ma un’opera non è sufficiente a inquadrare del tutto un autore: noi consigliamo infatti di recuperarne soprattutto altre due: l’antologia La mezzanotte del secolo e Imago Mortis).

La prima cosa che salta all’occhio è il tono con cui la storia è raccontata: un impasto particolarmente riuscito di ironia e suspense (accade di rado che assieme diano un buon amalgama; mi vengono ora in mente, a titolo di paragone indicativo, alcune belle storie di Dampyr, un paio di racconti contenuti nei barkeriani Libri di Sangue, un autore semisconosciuto in Italia come Ron Goulart, il fumetto Hellblazer). Siamo davanti a un racconto che è pieno di brio senza che per questo i meccanismi della tensione vengano allentati: le armate infernali, ad esempio, sono un serio pericolo per i protagonisti, ma le loro gerarchie, i loro mezzi, il modo in cui compaiono in scena risultano tutti molto divertenti. Il genio è anche questo: andare oltre i cliché di un genere, utilizzarli secondo i propri scopi, anche in senso ironico.

 

 

Poi, bisogna dirlo, qui c’è un mondo fantastico originale e tutto da scoprire, frutto di un worldbuilding veramente azzeccato. Volete sapere cos’è la scrigiura negra? Cosa sono i bibliozoi? Vorremmo davvero che questi elementi tornassero in altre opere; anche, perché no, in un romanzo lungo.

Ironia, horror, tensione, magia… eppure non è finita qui. Si parla di scrittura e di case editrici; questo dà occasione all’autore di nascondere nella narrazione uno spassoso discorso satirico sull’editoria italiana e in particolare sul milieu tutto particolare dell’horror. Con qualche frecciatina, mai però pesante e fuori luogo. Curiosi? Compratevi il racconto!!!

 

 

Vanity Press è costituito da molti elementi che stanno insieme in un’alchimia perfettamente riuscita. Ma il racconto è molto più della somma di questa parti. Non è solo un “prodotto ben fatto”. C’è dentro la personalità e l’anima dello scrittore, come testimoniano anche l’ambientazione milanese dark, e la presenza di alcuni personaggi già comparsi in altri racconti e appartenenti al suo universo narrativo.

 


Imperdibile!!! Uno dei migliori volumi della serie, a nostro giudizio. 

Chi non lo legge, i bibliozoi lo colgano.



scritto da: Andrea Berneschi


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