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SANGUE E PLUSVALORE - recensione

Titolo: SANGUE E PLUSVALORE
Titolo originale: Sangue e Plusvalore
Regia: Luca Cangianti
Interpreti:
Anno: 2015

Parigi, 1870. La Comune sta per essere stroncata nel sangue con una ferocia inaudita. Daniel Pieper, fotografo venuto nella capitale per documentare l’avvenimento, nota che alcuni dei soldati della reazione non impressionano la lastra fotografica. Un giorno, sulle barricate, parlando con dei rivoluzionari, si trova a raccontare una strana storia in cui si è trovato coinvolto molti anni prima, a Londra. Era il 1858: Felice Orsini attentava alla vita dell’imperatore Napoleone III, le donne inglesi lottavano per il diritto di voto, lui faceva da segretario a un filosofo tedesco in disgrazia, tale Karl Marx, coinvolto assieme a lui in un terribile caso di vampirismo.

 

 

Marx contro un Dracula capitalista. Vi sembra strana l’idea? Eppure nel Capitale abbondano i riferimenti metaforici a vampiri, lupi mannari e altri mostri. È dunque un’idea filologicamente coerente quella di Luca Cangianti, che dimostra di conoscere benissimo il periodo storico, la vita di Marx, le sue teorie, persino le sue parole (molte espressioni del personaggio sono modellate su quelle che il pensatore di Treviri usava nella sua corrispondenza) e chiude il volume con foto d’epoca e abbondanti riferimenti bibliografici. Attenzione, però: Sangue e plusvalore è un romanzo agile e divertente, fatto di indagini, colpi di scena, sopralluoghi notturni, scioperi, creature mai viste, agguati, morti violente e fughe precipitose. 

 

 

Un doppio binario, dunque: da una parte il genere horror (avercene, di scene splatter come queste, nei film!) e dall’altra il tema dello sfruttamento e della lotta per i diritti dei lavoratori (ricordate di cosa si tratta?). I protagonisti si impegnano su entrambi i fronti, e si tratta in realtà della stessa battaglia, che ha come fine la sopravvivenza dell’umanità.

“Perché quando si scopre che i mostri esistono anche fuori dagli incubi non si può tornare a casa, non si può condurre un’esistenza normale, sposarsi e aver figli facendo finta di nulla. Puoi cercare di nasconderti dietro il lavoro… Puoi ubriacarti, cercare conforto nella pornografia, nella religione, nelle passeggiate lungo il fiume… Oppure accettare il fatto che essi esistono e tu devi combatterli”.

 



Quello che resta, alla fine di questo libro molto ben scritto, è soprattutto il ritratto del Marx quarantenne tracciato dall'autore: tridimensionale, vivo, per niente retorico; un uomo pieno di passione e di idee, ma anche coraggioso e pronto all’azione, senza per questo essere un Rambo.

Non è un caso se Valerio Evangelisti ha definito Sangue e Plusvalore “Un romanzo horror divertentissimo, e al tempo stesso una geniale introduzione al pensiero di Karl Marx”. Viene voglia di rileggere qualcosa di questo filosofo i cui scritti sono ancora importantissimi per la comprensione del mondo moderno, indipendentemente dalle idee politiche di ogni lettore. 

 

 

C’è solo da sperare che Cangianti ci dia presto un seguito, o comunque un’altra opera scritta con questo livello di originalità e bravura.

Non l’avete ancora comprato? Su Carmilla (qui) c’è un assaggio.



scritto da: Andrea Berneschi


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