a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 123




SPLIT - recensione

Titolo: SPLIT
Titolo originale: Split
Regia: M. Night Shyamalan
Interpreti: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, Haley Lu Richardson, Jessica Sula
Anno: 2017

Tre ragazzine vengono rapite da uno strano tipo che le rinchiude in un sotterraneo. Kevin Wendell Crumb, l'uomo in questione, non sembra il classico maniaco da film (sporco, arrapato e frettoloso di recidere tendini e arterie); ossessionato dall' ordine e dalla pulizia, piuttosto inibito, promette persino alle ragazze che non le toccherà. Il problema è che quella voce non è l'unica ad abitare nella testa del rapitore, che di personalità ne ha almeno una ventina. Il corpo di Kevin è un palcoscenico, e volta per volta sotto i riflettori prende posto un attore diverso. Una brava psichiatra che segue il caso sembra conoscerli tutti uno per uno (hanno atteggiamenti, sguardi, e perfino allergie e disturbi organici diversi l'uno dall'altro), ma le sfugge la pericolosità di una nuova e terribile identità, chiamata "La Bestia"...
 
 
Questa, in sintesi, la trama di Split di M. N. Shyamalan che era molto atteso (complice anche l'ammiccante trailer) e non risulta affatto deludente. 
Il maggior pregio del film è la sua originalità rispetto agli altri thriller e horror che affrontano l'argomento "rapimento a opera di un maniaco". Di splatter c'è davvero poco; il risultato finale dei virtuosisimi recitativi di James McAvoy, bravissimo, è più divertente che spaventoso, eppure aggiungere una scena davvero sanguinosa sciuperebbe il film incrinandone la coerenza.
Che ne pensate di The Visit? Se vi è piaciuto non perdetevi Split: l'atmosfera che si respira, complici anche i due brevissimi flashback, è altrettanto cupa e morbosa.
 


 
Una psichiatra americana, Michelle Stevens ha scritto una lettera al regista (qui) in cui si lamenta del fatto che il cinema sembra aver dato il via a una vera campagna d'odio contro gli schizofrenici, chiamati a incarnare su celluloide, partendo dal vecchio Norman Bates, la quintessenza del Male (a parte A Beautiful Mind e Fight Club, però!). Chissà, forse questo non era proprio il film con cui prendersela: il personaggio interpretato da McAvoy è abbastanza umano e dignitoso, la sua malattia è una risposta ai terribili traumi che ha subito nell'infanzia. Da quello che si vede sullo schermo, addirittura, sarebbe persino difficile chiamarla malattia (capiamoci, Split è tutto meno che realistico): rappresenta addirittura una sfida alle possibilità umane, un possibile gradino verso il superuomo... 
 
Parliamo ora della scena finale: personalmente la voglia di vedere il film mi è presa solo dopo che sono venuto a conoscenza della rivelazione che contiene. 
Volete evitare ogni possibile minimo spoiler? Se è così lasciate l'articolo adesso; arrivederci.
Altrimenti trovate tutto qua sotto, a vostra discrezione. Come vi pare.
 
 
Presente Unbreakable? Ci troviamo nello stesso universo narrativo, e McAvoy interpreta un altro della categoria dei "predestinati". Questo rovinerebbe la visione del film? Per me c'entra poco con gli sviluppi della trama, e, come dicevo, è un'ottima esca per spettatori.
Chissà se presto vedremo una pellicola in cui si incontrano di nuovo Willis, McAvoy, Samuel Jackson e magari decine di altri personaggi dotati di poteri speciali, il tutto girato con una cura dei dialoghi e della trama alla Shyamalan! Non sarebbe male. Troppo spesso "film di supereroi" vuol dire battute da tamarro, costumi aderenti, scarsa plausibilità: un gioco al ribasso che potrebbe essere evitato. Quando invece sentiamo che la questione "supereroi" viene affrontata da un punto di vista adulto e non puramente nostalgico (penso a Unbreakable, appunto, ma anche al dialogo finale di Carradine in Kill Bill volume 2, a V for Vendetta) c'è la possibilità che ne venga fuori un grande film.



scritto da: Andrea Berneschi


comments powered by Disqus