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NON APRITE QUEL CANCELLO 2 - recensione

Titolo: NON APRITE QUEL CANCELLO 2
Titolo originale: Gate II: Trespassers (The)
Regia: Tibor Takacs
Interpreti: Louis Tripp, Simon Reynolds, James Villemaire, Pamela Adlon, Neil Munro, James Kidnie, Irene Pauzer
Anno: 1989

Già il primo episodio aveva il fiato corto, immaginate un secondo capitolo che per giunta è quasi un remake... Insomma, NON APRITE QUEL CANCELLO 2 annoia. E parecchio.

 

Terry è il classico nerd di periferia con problemi familiari, una stanza-laboratorio nel seminterrato e zero vita sociale. Sono passati due anni dalle avventure dell’altro mondo in compagnia dell’amico e vicino di casa Glen e, nonostante tutto, ha continuato ad interessarsi agli studi di demonologia.  A casa, infatti, le cose non vanno affatto bene: sua madre è morta da oltre due anni, mentre il padre è perennemente ubriaco. L’occulto, i demoni e tutto il mondo dell’oltretomba sono gli unici punti di sostegno nei grigi pomeriggi dopo la scuola.

Una sera, però, nella casa di Glen ormai abbandonata, Terry riporta sulla Terra i famelici demoni. Questa volta, però, hanno un potere in più: esaudiscono qualsiasi desiderio, ma tutto in poco tempo si trasforma in merda. Letteralmente! Così, con l’aiuto della dolce Liz, Terry dovrà rispedire di nuovo i mostriciattoli all’inferno e chiudere definitivamente il cancello. Ma questa volta non andrà tutto liscio. O almeno così sembra.

Lo slogan originale all’uscita presentava il film in questo modo: «C’è solo una cosa più terrificante della prima visita: la seconda». E in effetti solo un secondo capitolo poteva battere l’artigianale The Gate (1987). L’ungherese Tibor Takács ci è riuscito: meno sangue (e già nel primo era piuttosto centellinato), attori mediocri, effetti casalinghi e scopiazzature di ogni tipo che mostrano tutta l’inutilità dell’operazione.  Le uniche trovate interessanti sono i desideri che si trasformano in escrementi, mentre sul resto è meglio sorvolare. Titolo canadese alternativo è Gate II: Return To The Nightmare.

Curiosità: All’epoca il film uscì con tre anni di ritardo rispetto alla realizzazione. In Italia la distribuzione fu acquistata da Cecchi Gori.



scritto da: Giacomo Ioannisci


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