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E TU VIVRAI NEL TERRORE! / L'ALDILÀ - recensione

Titolo: E TU VIVRAI NEL TERRORE! / L'ALDILÀ
Titolo originale: Beyond (The)
Regia: Lucio Fulci
Interpreti: Katherine McColl, David Warbeck, Cinzia Monreale, Antoine Saint-John, Veronica Lazar, Al Cliver, Michele Mirabella, Maria Pia Marsala
Anno: 1981

L’inferno di Fulci al massimo dello splendore: zombi, tarantole assassine, spettri e altre amenità all’interno di un albergo maledetto su cui si aprono i cancelli dell’oltretomba.

 

Delirante, grottesco, ultragore e visionario, L’ALDILÀ è considerato all’unanimità il capolavoro del grande regista romano, un titolo irrinunciabile per gli amanti del genere. Questa pellicola, sicuramente fra le più deliranti di Fulci a livello narrativo, si muove all'interno di una storia che richiama vecchi horror in stile Hammer o Amicus, aggiornati però ai tempi moderni, con atmosfere cupe, sangue a ettolitri e quel gusto per il non sense che appassiona e tiene lo spettatore incollato allo schermo. L’ALDILÀ, più che altro, è una sequela di omicidi più o meno pittoreschi ai danni di una serie di personaggi che ruotano all’interno di un albergo maledetto di New York, dimora che Fulci usa per creare un filo conduttore da incubo.

 

Il prologo in bianco e nero ci mostra la crocefissione di un pittore stregone all’interno dell’edificio e, tornati ai giorni nostri vediamo Liza (Katherine McColl) tentare di ristrutturare l’Albergo delle Sette Porte che ha avuto la sfortuna di ereditare. Alcuni incidenti fanno però capire alla nuova proprietaria che qualcosa non sta andando per il verso giusto: un campanello suona da una stanza vuota, una mano scheletrica esce dai locali della cantina allagata e strappa gli occhi all’idraulico, la moglie che va all’obitorio per vestirlo si ritrova ammazzata da uno zombi, la figlioletta viene assalita dalla poltiglia di un cadavere disciolto dall'acido... Ed è solo l’inizio!

 

Fulci gira a ruota libera coadiuvato dagli effetti gore di Giannetto De Rossi, dalla sceneggiatura di Dardano Sacchetti che attinge da Lovecraft a piene mani e dall’ottima fotografia di Sergio Salvati. La musica di Fabio Frizzi aggiunge fascino ad una vicenda ricca di elementi e di particolari macabri, che fanno da preludio alle porte infernali che si aprono per annunciare l'arrivo delle legioni infernali, fino al bellissimo finale, angosciante e privo di speranza.

 

Si esce sconvolti dalla visione di L'ALDILÀ, storditi da un mondo visionario a cui il cinema italiano di quegli anni probabilmente non era abituato. Signore e signori benvenuti nell’inferno di Lucio Fulci, uno dei più estrosi, amati e odiati registi che l’Italia abbia mai avuto.



scritto da: Alberto Genovese


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