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STORIE PAZZESCHE - recensione

Titolo: STORIE PAZZESCHE
Titolo originale: Relatos Salvajes
Regia: Damiàn Szifròn
Interpreti: Ricardo Darìn, Leonardo Sbaraglia, Erica Rivas, Dario Grandinetti, Nancy Duplàa
Anno: 2014

Gli uomini e le donne che ci circondano non sono tutti uguali.  Alcuni è meglio non farli arrabbiare.  Sono poco disposti al perdono.  Tendono a metterla sul piano personale.  Sono così pieni di rabbia che quella pressione accumulata rischia di farli esplodere, anche se da fuori non si vede.
 


Storie pazzesche (titolo italiano, come spesso accade, peggiore dell’originale Relatos Salvajes, Racconti selvaggi) film argentino diretto da Damiàn Szifròn e prodotto da Augustin e Pedro Almodòvar, ci presenta sei episodi che hanno in comune il tema della violenza e della vendetta.Una tragedia aerea, la resa dei conti della vittima con un usuraio, la storia di due automobilisti che litigano per un gestaccio, la lotta di un esperto di esplosivi contro la burocrazia, le conseguenze di un incidente stradale, una festa di matrimonio molto movimentata:  questi gli scenari utilizzati dal regista per illustrare il lato selvaggio dell’umanità, quello che le leggi e le regole del vivere civile cercano costantemente di tenere sotto controllo. 

 

"Le storie di questo film sono frutto dell'immaginazione più sfrenata" scrive Szifròn nelle note di regia.  "Mentre lavoravo ad altri progetti, spesso scoraggiato dal fatto che sembravano impossibili da realizzare, ho cominciato a scrivere una serie di racconti per dare libero sfogo alle mie frustrazioni.   Quando li ho raccolti in un volume, mi sono reso conto che erano legati da alcuni temi comuni: parlavano tutti di catarsi, vendetta e distruzione. E dell'innegabile piacere di perdere il controllo".
 


Gli interpreti sono ottimi, la fotografia e i titoli di testa eccellenti, la sceneggiatura memorabile.  Fa emozionare e fa anche ridere in modo intelligente.  Perché recensirlo su un portale horror?  Il film rifiuta l’eufemismo e il politically correct, è pieno di scene disturbanti, di sangue e di morti ammazzati.  È presente anche una forte dose di umorismo nero (alcuni episodi, in particolare il primo, quello dei due automobilisti e l’ultimo sono da questo punto di vista particolarmente gustosi).  
 

Nominato per la Palma d’Oro a Cannes e all’Academy Awards, candidato all’Oscar, ha fatto incetta di molti altri premi e su Rotten Tomatoes ha ottenuto il 96% di critiche positive.  

Fidatevi: un motivo c’è.




scritto da: ANDREA BERNESCHI


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