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BAD BRAINS - recensione

Titolo: BAD BRAINS
Titolo originale: Bad Brains
Regia: Ivan Zuccon
Interpreti: Emanuele Cerman, Valeria Sannino, Matteo Tosi, Kristina Cepraga, Walter D'Errico, Lorenza Damiani, Loana Gloriani
Anno: 2005

Sette anni dopo aver realizzato quel piccolo gioiello che è De Generazione, Ivan Zuccon rimette mano alla storia e, partendo dal medesimo spunto, realizza un nuovo lungometraggio. Ripetere quanto fatto con il corto sarebbe stato oggettivamente impossibile. BAD BRAINS è sicuramente un buon prodotto, ma paga l'inevitabile scotto di una notevole difficoltà realizzativa e di una ristrettezza di mezzi che costringe a compromessi non sempre felici.

 

La storia è quella di due serial killers decisamente particolari, Davide (Emanuele Cerman) e la sua fidanzata Alice (Valeria Sannino). Uniti da un profondo legame sia fisico che spirituale, i due uccidono mossi da un intento ben preciso: portare a termine una misteriosa ricerca da compiere sui (o forse sarebbe meglio dire "nei") corpi delle proprie vittime.

 

La vicenda si snoda in un limbo ambiguo continuamente sospeso tra passato e presente, tra realtà e incubo, ragione e follia. Anche in questo caso, come per il cortometraggio, la fotografia gioca un ruolo chiave nell'evidenziare i passaggi narrativi. Non mancano scene di sesso e splatter (alcuni passaggi risultano davvero disturbanti) a fare da contrappunto all'atmosfera fortemente onirica che aleggia su buona parte del film. Il ritmo risulta talvolta un po' blando e la location, che pure offre spunti interessanti (bella la scala a chiocciola), finisce per essere un po' limitante. Buona la prova degli attori e curioso l'utilizzo della computer grafica, che è comunque limitata solo a un paio di particolari.

 

Risultano interessanti l'innesto di alcune scene dal cortometraggio (ricostruite) e l'idea di fondo, anche se a tratti nello sviluppo della trama si nota qualche incongruenza, che impedisce di permettere il pieno apprezzamento della sorprendente risoluzione finale. A conti fatti, possiamo dire che ancora una volta, fra luci e ombre, tra presente e passato, tra realtà e incubo, Zuccon riesce a confezionare un lungometraggio di tutto rispetto, un esempio da seguire per chiunque volesse tentare il grande salto.

 

Ci vogliono coraggio, passione e voglia di rischiare. E ci vuole talento. Tutte cose che non mancano a Ivan e alla sua squadra.



scritto da: Marco Zolin


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