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BEAUTY FULL BEAST - recensione

Titolo: BEAUTY FULL BEAST
Titolo originale: Beauty Full Beast
Regia: Federico Sfascia
Interpreti: Tommaso della Vedova, Eleonora Donati, Maurizia Rubino, Gabriele Propersi,
Anno: 2007

BEAUTY FULL BEAST è una storia di sangue, amore, orrore, equivoci, azione e divertimento. E' una favola come nessuno ve l’ha mai raccontata. Vi stupirà, vi farà ridere a crepapelle, farà sorgere in voi inquietanti interrogativi, ma, soprattutto, vi terrà inchiodati al televisore dal primo all’ultimo minuto, titoli di coda compresi. Il lavoro di Sfascia è una commedia dell’equivoco in chiave horror, un film indipendente forte di idee fresche portate sullo schermo con audacia. Da non perdere nella maniera più assoluta!

 

Lui è Frank, igienista maniacale, tirannico proprietario di una profumeria nel mirino del racket e fidanzato da cinque anni con la bellissima Rosa. I due hanno deciso di sposarsi ma Frank, prima di compiere il passo decisivo, vuole a tutti i costi conoscere i genitori di lei. con qualche reticenza Rosa accetta e lo invita a casa, ma lui sbaglia indirizzo. Inizia così una lunga notte fatta di equivoci, mostruose bellezze e bellezze mostruose, rituali oscuri, “atroci tormenti”, zombie e orsetti di peluche… Una lunga notte che cambierà la vita di Frank e Rosa per sempre!

 

Iniziamo subito col dire che con BEAUTY FULL BEAST non ci si annoia un attimo. Certo, i puristi del genere potrebbero storcere il naso, ma d’altro canto l’intento dichiarato degli autori non era quello di girare un horror tout court. Il film, scritto e diretto da Federico Sfascia è, nel risultato e nelle intenzioni, prima di tutto una commedia dell’equivoco, brillantemente interpretata in chiave orrorifica. Gli archetipi di fiaba, commedia e cinema horror vengono mescolati senza alcun falso pudore. Il plot è assolutamente delirante e costituisce forse uno dei punti di forza del film, assieme a dialoghi tanto assurdi quanto perfettamente cuciti addosso ai personaggi.

 

Regia e montaggio conferiscono al prodotto finito un ritmo invidiabile, straordinario se si pensa che è stato “girato in 29 giorni (diluiti in un anno e mezzo) con una telecamera a spalla, 4 faretti e una macchina del fumo”. La povertà dei mezzi impiegati emerge forse in maniera più evidente se, trattenendo le risate, ci si concentra sulle scenografie e su alcune scelte di make up, intelligentemente valorizzate da una furba fotografia. Unica vera nota dolente rimane forse l’audio. Intendiamoci, dignitoso e godibile, ma dialoghi “così” meriterebbero un sonoro limpido e stentoreo come in un kolossal hollywoodiano.

 

Da applausi gli attori, spesso esaltati dalla scelta delle inquadrature nel loro essere sempre piacevolmente sopra le righe. Degno dei più celebri tormentoni il main theme della colonna sonora, efficace nel sottolineare i momenti più deliranti della storia.



scritto da: Marco Zolin


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