a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z 123




THE STRAIN - recensione

Titolo: THE STRAIN
Titolo originale: The strain
Regia: Guillermo Del Toro; Chuck Hogan
Interpreti: Corey Stoll, David Bradley, Kevin Durand, Mia Maestro, Richard Sammel, Natalie Brown
Anno: 2014

Le pedine in gioco le conosciamo, sono le stesse di cui abbiamo seguito gli spostamenti in mille altre partite precedenti.  

Da una parte c’è un supervampiro che proviene dal buio dei secoli, vuole trasformarci tutti in una massa di schiavi e ha scelto di farlo qui, ora, nel cuore di una metropoli moderna.  La potentissima creatura dispone dell’aiuto di servi non umani (più o meno intelligenti) ma anche di umani attratti dal suo potere e dalla promessa del dono dell’immortalità.

Dall’altra c’è l’anziano reduce dai campi di sterminio, che ha già affrontato il male, sa con quali armi sconfiggerlo e non vede l’ora di rischiare ancora la propria vita al servizio dell’umanità.  Al suo fianco sta uno scienziato (un uomo medio simpatico e con qualche problema alle spalle) che passa dallo scetticismo iniziale alla postazione di prima linea.  Intorno a loro si raggruppano individui più o meno “duri” e più o meno “puri”, a formare quella che si potrebbe chiamare la “squadra degli ammazzavampiri”.


Qual è la partita, stavolta?  Una delle migliori alle quali abbiamo mai assistito.  

Perché The Strain, serie tratta dal romanzo La progenie, di Guillermo Del Toro e Chuck Hogan, è un piccolo capolavoro. 


La trama è intrigante e piena di dinamiche verosimili.  Il contagio che nelle prime puntate è ancora impercettibile, a fine serie renderà New York una città irriconoscibile, in preda all’anarchia, dove le aggressioni fatte da creature inumane, da rapinatori e sciacalli in cerca di bottino sono ordinaria amministrazione.  Che si tratti di vampiri, zombie o alieni, non è per niente facile descrivere in un romanzo o in un film il progredire di un contagio horrorifico;  qui assistiamo a una vera e propria lezione di stile sul tema.  

I personaggi sono abbastanza convenzionali ma tratteggiati con vivacità e realismo, i loro dialoghi sono sempre buoni, le loro reazioni credibili.  Ironia e tragedia sono sempre ben calibrate.  Azzeccatissima la scelta di raccontare la vicenda da più punti di vista (oltre lo scienziato c’è il delinquente di mezza tacca, lo sterminatore di ratti, la hacker, la rockstar, etc).  

Il look dei vampiri è disturbante ed efficace (altro che Blade e Io sono leggenda!);  sono dotati di una sorta di un'oscena appendice prensile che proiettano dalla bocca.  Un po’meno riuscito, purtroppo (e ci duole inserire una nota negativa nella recensione di una serie così ben fatta ) è il villain principale, che coi suoi occhi luminescenti e il volto un po’ banale sembra il mascherone di un’attrazione da Luna Park.      

 

In conclusione, The Strain è una serie molto scorrevole e divertente (è impossibile annoiarsi mentre la si segue, anche se ci si sforza), adrenalinica al punto giusto e con un’ottima dose di splatter.  La sensazione che dà nei suoi momenti migliori è quella che i vecchi gloriosi horror vampirici degli anni passati tipo Fright Night, Vamp, Dal tramonto all’alba davano agli spettatori di allora.  E scusate se è poco.

Non si tratterà di una serie d’autore profonda e innovativa, non cambierà la storia dei telefilm, ma la consigliamo caldamente a tutti i veri fan dell’horror;  è quello che The Walking Dead avrebbe dovuto essere.



scritto da: Andrea Berneschi


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