Titolo: AFTER DEATH (OLTRE LA MORTE)
Titolo originale: After Death (Oltre La Morte)
Regia: Claudio Fragrasso (Clyde Anderson)
Interpreti: Chuck Peyton, Candice Daly, Alex MacBride
Anno: 1989
Nel sottosuolo di quella che gli indigeni chiamano “L’isola del gatto” esiste una porta che mette in comunicazione il mondo dei morti con quello dei vivi. Qualcuno ha aperto quel passaggio e adesso l’orrore sgorga sulla terra dall’Aldilà. A farne le spese sono un gruppo di giovani studiosi e un gruppo di giovani in cerca d’avventura tra cui figura una ragazza che ha la sensazione di essere già stata da quelle parti. In effetti è lei la bambina sopravvissuta a un precedente massacro avvenuto molti anni prima. Ed è lei l’unica che adesso può provare a chiudere la porta dell’inferno…
Film girato nelle Filippine durante le pause delle riprese di Strike Kommando di Bruno Mattei.
Fragasso, sul set di Mattei come aiuto regista, approfitta del materiale della troupe per mettere su pellicola l’ennesima sceneggiatura della moglie che forse come scrittrice tecnicamente non sarà il massimo, ma ha l’indubbio pregio di non essere mai banale e di avere il coraggio di osare. Il risultato però purtroppo è tra l’inguardabile e il bizzarro.
Il film parte malissimo con una scena di rito voodoo che lascia basiti, poi in effetti pian piano un pochino migliora. Ma si fa per dire.
Lento, senza una struttura narrativa solida e con recitazione improvvisata. Fragasso propone sostanzialmente un’unica scena d’assedio per tutto il film. Eppure nonostante tutto AFTER DEATH conserva un po’ di fascino del tempo che fu e non sarà mai più, sia per le numerose scene splatter girate con make up ridicoli (gli zombi sono realizzati usando polvere di gesso bianca e mantelli neri strappati) che per l’evidente “metodo Ed Wood”, utilizzato per portare a casa questo obbrobrio. Impensabile nel cinema contemporaneo.
Comunque AFTER DEATH per certi versi ispira simpatia. Fragrasso cerca infatti di dare ritmo a un soggetto di non più di dieci parole infarcendolo di numerose scene d’azione anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Questo gli permette casualmente di anticipare di più di un decennio l’evoluzione degli zombi, che qui corrono, parlano e persino sparano.
Finale a suo modo memorabile con la protagonista che vomita fanghiglia verde e il giornalista che urla cose tipo “Fatevi sotto carcasse putrefatte!”
Per completisti o masochisti dell’orrore.
Dvd italico della Cine Kult di sufficiente qualità video. Versione integrale. Qualche extra interessante.
Curiosità numero 1: la colonna sonora Living After Death è di Al Festa.
Curiosità numero 2: nel film compare Chuck Peyton, mito del cinema a luci rosse americano.
Curiosità numero 3: Per anni sono girate versioni edulcorate senza scene splatter.
Curiosità numero 4: il film è uscito all'estero anche come Zombi 4