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A CENA COL VAMPIRO - recensione

Titolo: A CENA COL VAMPIRO
Titolo originale: A Cena Con Il Vampiro
Regia: Lamberto Bava
Interpreti: George Hilton, Isabel Russinova, Yvonne SciĆ², Patrizia Pellegrino, Riccardo Rossi, Valeria Milillo
Anno: 1988

Lamberto Bava arriva in televisione. Un disastro.

 

La buona idea di Luciano Martino, produttore di lunghissimo corso, viene triturata da una regia confusa, una sceneggiatura improponibile e un cast non sempre all’altezza. Peccato, perché alcune idee sono interessanti e avrebbero meritato ben altra sorte. Produzone televisiva realizzata per la serie Brivido Giallo, insieme a altri tre titoli, da un Lamberto Bava non troppo in forma dopo Demoni 2 e Le Foto Di Gioia.

 

L’intenzione di base era quella di prendere un vecchio divo del cinema di genere, un George Hilton sopra le righe (che sembra divertirsi un mondo, ma finisce per apparire solo eccessivo) e circondarlo da una pletora di volti emergenti lanciati dal piccolo schermo, come la bella e bamboleggiante Yvonne Sciò , l’irritante e poco dotato Riccardo Rossi, la brava Valeria Milillo, una disastrosa Patrizia Pellegrino (doppiata con una voce peggiore della sua) e una Isabel Russinova  interessante nel ritrarre il suo strano personaggio (l’unico veramente degno di nota in questa sarabanda di figure programmatiche e monodimensionali).

 

Purtroppo, l’operazione non riuscì affatto. La sceneggiatura è la principale causa del fallimento di questa produzione: Bava e Dardano Sacchetti mettono insieme un campionario di luoghi comuni che si protraggono per novanta minuti, senza mai riuscire a trovare il giusto percorso sul quale indirizzarla (ironia o farsa?).

 

Le pessime battute che i protagonisti sparano fuori a raffica (e per di più con la stessa inflessione e vitalità con cui leggerebbero il bugiardino dell’aspirina) distruggono quel minimo di atmosfera che le immagini vorrebbero mettere in piedi, portando a compimento l’opera di demolizione.

 

Un peccato, perché il soggetto curato da Luciano Martino avrebbe qualche potenzialità, con la storia di un celebre regista di film dell’orrore che ospita nel suo maniero quattro aspiranti attori per poi costringerli a un gioco particolare: riuscire a eliminarlo o morire vampirizzati.

 

Anestetizzato dalla sistematica ripetitività delle situazioni (tutte già viste, tutte già note) il film si agita in preda a scatti confusi quanto convulsi, che vorrebbero essere ritmati ma che rendono assolutamente noiosa e soporifera la visione, lasciandosi dietro una bella idea sprecata, qualche buon trucco di Rosario Prestopino  e soprattutto le immagini di un filmino proiettato nel salone del maniero al quale assistono i ragazzi, che sono in tutto e per tutto la cosa migliore di questa fallimentare realizzazione.



scritto da: Michael Wotruba


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