
Titolo: LEGAME DI SANGUE
Titolo originale: Possession of Joel Delaney (The)
Regia: Waris Hussein
Interpreti: Shirley McLaine, Perry King, David Elliott, Lisa Kohane, Lovelady Powell, Barbara Trentham
Anno: 1972
C’era una volta L’Esorcista, di William Friedkin. Anzi, no: prima del capolavoro in questione, il regista Waris Hussein aveva sfornato questo piccolo thriller paranormale sul medesimo argomento, avvalendosi di un’attrice nota come la McLaine come richiamo per il pubblico e raccontando una storia che presenta certamente punti di contatto con l’horror sulfureo di Friedkin.
Nel raccontare la progressiva discesa agli inferi di un giovane scrittore dai gusti esotici che pian piano muta personalità sotto un misterioso quanto malefico influsso, Hussein ci mostra pure lui l’elemento perturbante insinuarsi subdolamente in un quadretto familiare per poi deflagrare in tutto il suo orrore quando il posseduto (Perry King agli esordi) si trasforma in un mostro blasfemo e omicida.
E come avveniva nel romanzo di William Peter Blatty che ha ispirato il classico di Friedkin, non manca una certa sessualità malata a fare da contorno alla vicenda: lì era il legame contorto e sottilmente freudiano che si creava fra la ragazzina e il demone (che inizialmente gli psichiatri interpretavano come un disturbo da collegarsi all’assenza di una figura paterna), il cui culmine perverso veniva raggiunto dalla sacrilega scena della masturbazione col crocefisso; qui è il rapporto ambiguo fra il giovanotto e la sorella, in cui si intuiscono neanche tanto velatamente implicazioni incestuose.
In effetti LEGAME DI SANGUE rifugge gli espedienti paranormali, buona parte della vicenda si trascina in bilico fra psicoanalisi e ipotesi parapsicologiche; non sappiamo se Joel sia davvero posseduto da uno spirito maligno o mentalmente disturbato, anche il finale aperto pur aprendo la strada a molteplici interpretazioni lascia forti dubbi sulla verità. L’elemento religioso si mantiene sullo sfondo, non influisce in maniera significativa sull’evolversi del dramma: niente simboli cristiani, c’è un rito della Santeria con cui una comunità cubana tenta vanamente di esorcizzare Joel, in effetti abbastanza originale per l’epoca (bisognerà aspettare gli anni 80 e il thriller di John Schlesinger The Believers / I credenti del Male per rivedere qualcosa di analogo) ma il confronto finale col Male avverrà su un terreno laico.
King è davvero bravo nel rendere convincente la trasformazione tenebrosa del protagonista e la sceneggiatura non lesina i pugni nello stomaco, insistendo tantissimo sulla violenza psicologica e i momenti disturbanti (la scena dove Joel costringe la nipote a mangiare del cibo per cani è insostenibile da quant’è sgradevole) ; non un titolo memorabile ma senz’altro uno di quegli horror di cui si sente la mancanza, realmente in grado di stimolare lo spettatore e suggestionarlo con ipotesi inquietanti del tipo “ma queste cose che strisciano nella notte esistono o no?”