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MIST (THE) - recensione

Titolo: MIST (THE)
Titolo originale: MIST (THE)
Regia: Frank Darabont
Interpreti: Thomas Jane, Laurie Holden, Tobie Jones, William Sadler, Marcia Gay Harden, Sam Witwer
Anno: 2007

 

Durante una notte di tempesta si forma un fronte di nebbia impenetrabile che comincia ad avanzare… Il giorno dopo il protagonista, David Drayton, va a fare la spesa in un affollato supermercato in compagnia del figlio e di un vicino di casa. Tutto sembra normale, finché un uomo di mezz’età arriva di corsa, affannato e sporco di sangue, e pronuncia le fatidiche parole:

Qualcosa nella nebbia! Qualcosa nella nebbia ha preso John Lee! Io l’ho sentito urlare!

 

La storia di The mist, trasposizione dell’omonimo racconto kinghiano contenuto in Scheletri, è incentrata su un archetipo che è stato spesso visitato dal Re nelle sue opere: personaggi comuni che tutt’a un tratto si trovano a dover fronteggiare qualcosa di incredibile, di assurdo.

Nella postfazione ai racconti dell’antologia sopra citata Stephen King racconta come gli sia venuta l’idea di partenza.

Al supermercato, la mia musa si mise improvvisamente all’opera e fu, come sempre mi succede, assolutamente senza preavviso. Scendevo per il corridoio centrale di panini per hot dog, quando m’immaginai un grande volatile preistorico che scendeva in picchiata verso il banco delle carni, in fondo, rovesciando barattoli di ananas sciroppato e bottiglie di salsa di pomodoro. Quando io e mio figlio Joe ci mettemmo in coda alla cassa, già aveva preso forma nella mia mente la scena di tutta quella gente intrappolata in un supermercato assediato da animali preistorici. La trovai molto divertente […]

Dinosauri (o comunque, mostri) che assediano un supermercato. Riuscite a immaginare un’immagine più Pop? Nelle mani di King (uno che sa alla perfezione su quali tasti premere) questo spunto apparentemente banale dà origine a una storia affascinante e piena di tensione. Non meno bravo è il regista, che rispetta il punto fondamentale di interesse della novella originale: come reagiscono gli uomini e le donne intrappolati nel supermercato?

 

E’ come se assistessimo in diretta a un terribile esperimento sociologico, che offre una visione molto cupa della natura umana. Non esiste più la legge, non esiste più neanche una concezione univoca di “realtà” che tiene, eppure nessuno si può fermare a guardare. Ci sono decisioni da prendere. Bisogna curare i feriti, accudire chi va in stato di shock. Ogni personaggio è solo con la sua coscienza, e con essa deve fare i conti, ognuno deve cercare di restare calmo e ancorato alla logica. Ed ecco i conflitti interpersonali che riemergono e possono far degenerare la situazione, ecco che qualcuno perde la calma, ecco la pazzia che spunta, nella forma  dell’isteria religiosa… non ci viene nascosto niente delle luci e delle ombre contenute nell’anima umana: il coraggio, le viltà, lo sbocciare della solidarietà tra vittime.

La sobria regia di Darabont conferisce alla storia una discreta credibilità. Noi spettatori, pur coscienti della finzione dell’evento rappresentato, non possiamo non prenderlo sul serio almeno metaforicamente. L’assurdo, l’inaspettato, il pericolo, possono capitare ogni giorno sulla nostra strada; allora, ogni decisione che prenderemo avrà precise conseguenze in termini di sopravvivenza, nostra o di chi ci sta intorno.

 

Quello della nebbia è un espediente visivo geniale, che conferma uno degli assiomi cardine del cinema horror: spaventa più quello che si intravede e che dobbiamo immaginare di quello che ci viene spiattellato davanti agli occhi.

Ottimi interpreti, dialoghi semplici ed efficaci, uso funzionale ed espressivo dello zoom, ottimi effetti speciali: senza esagerare, The mist è uno dei migliori horror del decennio 2000-2010, una storia di lucida follia, dal finale nerissimo.

 

Guardate questo film (ingiustamente sottovalutato) e per voi la nebbia non sarà più un semplice fenomeno atmosferico.

 



scritto da: Andrea Berneschi


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